
In questo articolo:
REVENGE PORN: GARANTE PRIVACY E FACEBOOK INSIEME A DIFESA DELLE VITTIME
Non si contano più i casi di cronaca legati al Revenge Porn con conseguenze drammatiche sulle vittime (dalla perdita del lavoro al suicidio).
Il Garante Privacy in collaborazione con Facebook dichiara guerra al Revenge Porn con un canale di emergenza preventiva a tutela di vittime e potenziali vittime.
A partire dall’8 marzo, le vittime di pornografia non consensuale possono collegarsi alla pagina predisposta dal Garante e compilare un modulo dando tutte le informazioni utili all’Autorità per la valutazione del caso.
Se temi che le tue foto o i tuoi video possano essere condivisi o diffusi senza il tuo consenso su Facebook o Instagram puoi segnalare il rischio ed ottenere il blocco delle immagini.
Il social network di Mark Zuckerberg ha la tecnologia per farlo: una volta caricate le immagini sul Programma pilota, Facebook provvederà a cifrarle tramite un codice hash per renderle irriconoscibili prima di distruggerle. Grazie ad una tecnologia di comparazione, le immagini saranno bloccate da qualsiasi tentativo di condivisione e pubblicazione su Facebook e Instagram.
Il Revenge Porn (diventato reato con la Legge del 29 luglio 2019, nota come Codice Rosso) e, più in generale, il fenomeno della pornografia non consensuale online, consiste nel diffondere immagini pornografiche o sessualmente esplicite a scopo vendicativo. In genere, si tratta di una ‘vendetta’ (‘revenge’ in inglese) per punire l’ex partner che decide di porre fine ad una relazione. Chi si vendica denigra, bullizza e molesta pubblicamente l’ex pubblicando contenuti intimi che la riguardano. Questa pratica ignobile può avere effetti drammatici a livello psicologico e sociale per la vittima.
I tempi della giustizia penale non combaciano con l’urgenza e la necessità delle vittime di bloccare al più presto la diffusione di contenuti privati. Sappiamo bene che foto e video viaggiano online e sui social alla velocità della luce. Tuttora, la legge ha inasprito le pene per gli autori di questo reato ma resta vaga sugli strumenti di tutela delle vittime.
Ecco perché il Garante Privacy e Facebook sono intervenuti con un canale di segnalazione per il blocco rapido dei contenuti.
CANALE DI SEGNALAZIONE PER CONTRASTARE IL REVENGE PORN: LA PAGINA DEL GARANTE Privacy
Lo scorso 5 marzo, con un comunicato stampa il Garante Privacy ha annunciato di aver attivato il canale di segnalazione preventiva per il blocco rapido di contenuti compromettenti legati al Revenge Porn.
E’ fondamentale prendere coscienza del rischio che si corre sui social network e sul web in genere, prevenire la ‘vendetta’ porno con la giusta prudenza, protezione e gestione dei dati personali (soprattutto foto e video).
Se si teme che certi contenuti compromettenti per la propria reputazione vengano pubblicati e condivisi online o, peggio ancora, se il revenge porn è già in atto, oggi il Garante Privacy in collaborazione con Facebook mette a disposizione un canale di emergenza preventiva attraverso una pagina apposita sul proprio sito web.
Si tratta di un canale rapido cui può rivolgersi chiunque tema o abbia la certezza di utilizzo illecito, a scopo denigratorio, ricattatorio o persecutorio di foto e video intimi. Potrà fare una segnalazione immediata attivando un meccanismo veloce per far bloccare questi contenuti.
Compilando un modulo, la vittima dovrà fornire all’Autorità tutte le informazioni richieste per la valutazione del caso in modo da permettere il blocco dei materiali segnalati.
Una volta ricevute le informazioni, il Garante invierà alla vittima un link tramite cui caricare le immagini diffuse o di cui teme la divulgazione. Queste immagini o video verranno cifrate da Facebook tramite codice ‘hash’: verranno rese irriconoscibili e poi distrutte.
Grazie al supporto e alla collaborazione di Facebook e Instagram, su questi social network sarà possibile far rimuovere velocemente i contenuti compromettenti.
E’ un aiuto concreto e rapido, ma la prima difesa resta la prevenzione e la protezione dei dati personali sensibili. Quindi, fate molta attenzione a ciò che inviate online.
VADEMECUM DEL GARANTE PER DIFENDERSI DAL REVENGE PORN
Per prevenire e difendersi dal Revenge porn e dalla pornografia non consensuale, il Garante Privacy ti suggerisce di:
– Proteggere sempre i tuoi dati. Se su PC, smartphone o tablet hai file contenenti foto e filmati intimi o sessualmente espliciti, utilizza misure di sicurezza (password, sistemi di crittografia, antivirus, antintrusione per dispositivi). Anche se il tuo profilo è chiuso (visibile ad un numero limitato di persone), messaggi e contenuti potrebbero essere condivisi anche da altri e tu potresti perderne il controllo. Devi essere consapevole di questo, quindi evita di diffondere immagini che non vuoi divulgare o far divulgare;
– Chiedere la cancellazione di dati che ti riguardano a chi le detiene per un motivo o per l’altro. Questa richiesta è un diritto fondamentale garantito dalla normativa italiana ed europea in materia di protezione dei dati personali. La diffusione senza consenso di dati (video, immagini) è una violazione punibile con sanzioni pecuniarie e, in certi casi, anche penali;
– Fare attenzione al Deepfake, tecnologia di Intelligenza Artificiale in grado di manipolare foto e video normali denudando le persone o rappresentandole in pose o azioni sessualmente esplicite, false ma realistiche. E’ bene limitare la diffusione di qualsiasi tipo di foto e immagini personali tramite social e messaggistica;
– Non essere complice di Revenge Porn. Se ricevi foto o immagini compromettenti non essere complice di un reato, non diffonderle, cancellale o segnalale al Garante o alla Polizia postale;
– Se sei un genitore, proteggi tuo figlio minorenne. Evita di fargli utilizzare dispositivi se è solo, controlla il suo comportamento online, spiega perché bisogna evitare di interagire con sconosciuti e di diffondere foto e filmati via social o tramite messaggi;
– Se sei vittima di Revenge Porn, rivolgiti alla Polizia Postale per denunciare il reato, al titolare del trattamento dati o al Garante per la protezione dei dati personali richiedendo la cancellazione delle immagini compromettenti. Se temi che i tuoi video o le tue foto siano stati diffusi su Facebook e Instagram senza il tuo consenso, utilizza il canale per le segnalazioni attivato da Facebook e messo a disposizione dal Garante sul proprio sito ufficiale;
– Non inviare foto e video. La prima difesa è la prudenza. Sappi che, una volta immessi nei social o nei messaggi, i tuoi dati personali possono sfuggire a qualsiasi controllo e divulgati in modo tale che risulti impossibile cancellarli, anche con l’aiuto di sistemi tecnologici o delle autorità preposte. Massima prudenza.
REVENGE PORN: IL PROGRAMMA PILOTA DI FACEBOOK A DIFESA DELLE VITTIME
Oltre un anno fa, il social network Facebook ha attivato in Italia un Programma pilota affidato ad un’associazione no profit (Permesso Negato). Si tratta di un programma che prevede un canale di segnalazione ed un’attività di verifica, ricerca e blocco della circolazione online di immagini e video intimi.
Soltanto nel 4° trimestre 2020, come riporta FB, sono state identificate e rimosse 28 milioni di immagini di nudo e atti sessuali: nel 98,1% dei casi, sono state eliminate prima di essere segnalate.
Grazie alla preziosa collaborazione del Garante Privacy Facebook rafforza questo progetto contro la pornografia non consensuale.
Il Programma pilota sulle immagini intime non consensuali (NCII) di Facebook ha l’obiettivo di impedire l’abuso (la condivisione di immagini intime senza il consenso dell’interessato) e di tenere fuori dalle piattaforme Facebook e Instagram questi contenuti.
Perciò, il social network di Mark Zuckerberg collabora con organizzazioni no profit internazionali che aiutano le potenziali vittime a condividere con FB eventuali immagini o video intimi in tutta sicurezza allo scopo di impedirne la divulgazione.
Per rispondere ai casi segnalati da persone che temono di essere vittime di Revenge Porn, attualmente Facebook sta collaborando con le seguenti organizzazioni partner:
– eSafety Commissioner (Australia);
– SaferNet (Brasile);
– YWCA (Canada);
– Permesso Negato (Italia);
– Digital Rights Foundation (Pakistan);
– ECPAT (Taiwan);
– Revenge Porn Helpline (Regno Unito);
– National Network to End Domestic Violence (Stati Uniti);
– Cyber Civil Rights Initiative.
COME FUNZIONA LA SEGNALAZIONE E LA RICHIESTA DI BLOCCO SU FACEBOOK
L’organizzazione non governativa di competenza, dopo aver ricevuto la tua autorizzazione, invia una scheda di accettazione a Facebook in cui risulterà il tuo nome, link del profilo Facebook, indirizzo e-mail sicuro e protetto ed eventuali informazioni aggiuntive.
In seguito, riceverai un’e-mail con un link monouso su cui cliccare per aprire una pagina, caricare ed inviare immagini e video direttamente a FB.
Il team di Facebook esaminerà la richiesta entro 48 ore e, se le immagini o i video soddisfano i criteri, il team userà la tecnologia hashing per evitare tentativi di condivisione.
Immagini e video che hai caricato verranno ‘marchiati’ con filigrana digitale, resi irriconoscibili e distrutti automaticamente dopo 7 giorni. Tutti i possibili tentativi di pubblicazione sulle due piattaforme social verranno individuate grazie a questa tecnologia di comparazione: sarà impossibile pubblicare immagini e video.
Se una persona dovesse tentare di condividere queste immagini riceverà un avviso: “Stai violando le nostre normative ed abbiamo bloccato il tuo tentativo di condivisione”.
Un’immagine intima già condivisa su Facebook o Instagram senza il tuo consenso può essere segnalata qui. Il social network provvederà a rimuovere immediatamente foto o video.