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GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE 2019 IN ITALIA
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne il 17 dicembre 1999 basandosi sull’assunto che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. Ha scelto il 25 novembre come data della ricorrenza invitando i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG ad organizzare manifestazioni ed attività finalizzate a sensibilizzare l’opinione pubblica.
In Italia, alcuni centri antiviolenza e Case delle donne hanno iniziato a celebrare questa importante giornata mondiale per l’eliminazione della violenza di genere a partire dal 2005. Nel 2007, a Roma hanno manifestato 100.000 donne ed è stata questa la prima grande manifestazione che ha ricevuto una forte attenzione mediatica. Nel 2016, il numero è raddoppiato: il movimento delle donne siglato da Nonunadimeno è sceso sulle strade di Roma coinvolgendo ben 200.000 donne.
Il 25 novembre vengono organizzate manifestazioni e iniziative in tutta Italia e in tutto il mondo per dire NO alla violenza di genere in tutte le sue forme.
Dal 2006, la Casa bianca delle donne per non subire violenza di Bologna promuove l’unico Festival dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne denominato “La violenza illustrata”.
Sono sostanzialmente 13 anni che le donne manifestano nelle vie e nelle piazze d’Italia per dire basta alla violenza e rompere il silenzio. La violenza non soltanto indebolisce le donne ma mina le basi dell’intera società. A livello politico ed educativo, c’è ancora tanta strada da fare per sradicare gli stereotipi sessisti e le discriminazioni di genere, per lottare contro il femminicidio e favorire l’uguaglianza di genere.
In quale clima si manifesterà quest’anno?
Cosa si muove e cosa non si muove nel nostro Paese?
LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE CELEBRA IL LORO CORAGGIO
La Giornata del 25 novembre è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999 (su iniziativa di un gruppo di donne attiviste) per ricordare il brutale assassinio delle sorelle Mirabal che difesero fino alla morte la propria libertà e la democrazia. Furono trucidate a bastonate il 25 novembre 1960 per essersi opposte al regime di Rafael Leónidas Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana (1930-1961).
Questa data commemora l’eroismo delle donne, non la loro debolezza.
In Italia, è tinta di rosso, colore del sangue, della violenza, che si ispira anche all’installazione “Zapatos Rojas” dell’artista messicana Elina Chauvet la quale, negli anni ’90 ha distribuito 33 paia di scarpe da donna rosse in una piazza di Ciudad Juárez per denunciare le violenze subite da centinaia di donne del suo Paese. Proprio a Juárez fu coniato il termine femminicidio.
Nel nostro Paese, il rosso si alterna all’arancione, colore simbolo della lotta per la tutela dei diritti delle donne che illuminerà le città italiane.
GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: LA CARENZA DI RISORSE
In Italia, la legge n.77/2013 ha ratificato la Convenzione di Istanbul, il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri continua a promuovere campagne informative per sensibilizzare le donne vittime di violenza maschile e stalking.
Soltanto se si è consapevoli di vivere la violenza è possibile iniziare un percorso per uscirne: a tale scopo è stato creato il numero antiviolenza nazionale di pubblica utilità, il 1522, attivo 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno.
La media delle vittime di femminicidio è di una donna uccisa ogni due giorni. Sono circa 7 milioni le donne che hanno subito una forma di abuso, il più delle volte tra le mura domestiche.
Nella loro veste patologica, oggi la famiglia e la coppia uccidono più della mafia.
Il fenomeno della violenza sulle donne, del femminicidio, dello stalking è un’emergenza ed un allarme sociale.
Il Codice Rosso stimola le donne a denunciare tanto che le Procure in molte città italiane sono in tilt e questo è un buon segno. Ciò che manca sono le risorse da destinarsi ad iniziative per eliminare la violenza, i fondi destinati ai centri antiviolenza, alla specializzazione e formazione adeguata degli operatori (Forze dell’Ordine, avvocati, magistrati). La carenza di personale nelle Procure non aiuta ad applicare le disposizioni del Codice Rosso.
FONDI PER IL PIANO ANTIVIOLENZA NON ANCORA RIPARTITI: UN RITARDO DI 10 MESI
Se i 12 milioni di euro stanziati ai Centri antiviolenza nel 2017 divisi per il numero di donne accolte e sostenute, fanno poco più di 70 centesimi a vittima, quest’anno la burocrazia italiana supera l’idea stessa di vergogna.
“Per i fondi stanziati per il 2019 (30 milioni) non è iniziato neanche il riparto tra le Regioni” ha denunciato di recente Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. Stiamo parlando dei fondi per il Piano antiviolenza 2019.
Un ritardo di 10 mesi a cui dover sommare altri 8-9 mesi per la procedura di assegnazione delle Regioni.
Praticamente, da un anno i Centri antiviolenza non hanno fondi per svolgere la loro attività e non possono programmare interventi perché non sanno se li riceveranno. Gli anni precedenti si procedeva appena dopo l’estate.
La Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio sta svolgendo anche un’altra indagine: al di fuori del penale, resta scoperta la realtà delle separazioni civili a livello di controlli e attenzioni. Non dimentichiamo che moltissime vittime di violenza continuata in famiglia, per paura di denunciare, decidono per la separazione civile. Lo fanno per proteggere se stesse e i propri figli. Questo tipo di situazioni devono essere intercettate e seguite con molta più attenzione e frequenza.
Questo è il clima nel quale si manifesterà in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne il 25 novembre 2019. Questa è la situazione dopo 13 anni di lotte.
LOTTA ALLA VIOLENZA SULLE DONNE A COLPI DI CULTURA
Panchine rosse, incontri, iniziative, spettacoli teatrali, mostre, concorsi nelle scuole, cortometraggi, convegni, seminari, manifestazioni per celebrare anche quest’anno una giornata così importante.
Segnaliamo il cortometraggio dedicato alla violenza sulle donne “T’insegno a lasciarmi” girato a Torino, scritto e diretto da Viviana Bazzani, ex-agente della scorta romana del compianto giudice Giovanni Falcone: tra gli attori Sylvie Lubamba e Brando Bertrand.
Tra i vari seminari di formazione che avranno luogo in Italia, evidenziamo “Stop alle violenze di genere: formare per fermare” in programma alla Casa delle Donne.
Le forme di violenza sono tante, dalla più cruenta alla più sottile e insidiosa come quella psicologica ed economica. Il Centro Antiviolenza Casa delle Donne, in collaborazione con l’Università degli Studi di Brescia, ha organizzato il convegno “L’onore delle donne, l’onore della nazione. Corpo femminile e stupri di guerra“. Il tema degli stupri di guerra è, purtroppo, una realtà che non vuole morire come dimostra, fra gli altri, il recente conflitto nei Balcani.
I temi spaziano dalla violenza sessuale al femminicidio, dallo stalking alla violenza psicologica ed economica, dagli stupri di guerra alle discriminazioni nei luoghi di lavoro, dalla prostituzione all’educazione al rispetto per le nuove generazioni.
In Italia, come in ogni angolo del mondo, si passerà dalla presentazione di libri sul tema alla rappresentazione teatrale (come “Voci nel silenzio” lo spettacolo al teatro Hamlet di Roma, “No Body” a Pavia, “Ferite a morte” a Jesi scritto e diretto da Serena Dandini), da iniziative culturali a mostre, da incontri a concorsi fotografici, dall’avvio di corsi gratuiti di autodifesa per le donne alla corsa in rosa StraWoman di Novara, da proiezioni cinematografiche ad inaugurazioni di nuove ‘stanze rosa’ per le audizioni protette.
GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: INIZIATIVE IN EVIDENZA
Il 25 novembre si mobilita l’Italia e il mondo intero: ognuno contribuisce e manifesta la propria solidarietà a modo suo.
La lotta prosegue a colpi di cultura (arte, sport, teatro, letteratura, corsi di informazione e sensibilizzazione, concorsi nelle scuole). Se non avverrà il cambiamento culturale, la scia di sangue non si arresterà.
Nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, Diana De Marchi (presidente della commissione Pari Opportunità) ha chiesto al sindaco e alla giunta bandiere a mezz’asta al Comune di Milano in segno di lutto ma anche di impegno per garantire sicurezza, tutela e diritto al rispetto e alla libertà delle donne.
Sempre a Milano, il 17 novembre partirà l’evento “Run for Life- against violence”, una marcia di 5 km aperta a tutti per dire basta alla violenza. Il ricavato dell’evento andrà a sostegno dei centri di Di.Re., circuito nazionale che gestisce oltre 80 centri antiviolenza in Italia.
Il Filo Rosso del Quartiere 4 a Firenze si attiva anche quest’anno per sensibilizzare sul tema della violenza sulle donne attraverso dibattiti, spettacoli teatrali, mostre d’arte, installazioni di panchine rosse e concerti.
Il 22 novembre, a pochi giorni dalla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, si terrà a Piacenza il convegno “Insieme per prevenire e contrastare le condotte violente. Interventi e proposte” organizzato dal Tavolo provinciale di confronto contro la violenza alle donne. In quell’occasione, verranno raccolte idee e proposte da sottoporre al Governo. L’incontro, dedicato a Elisa Pomarelli (vittima di femminicidio), è aperto a tutti.
IL CONTRIBUTO DI COOP ALLEANZA 3.0: “NOI CI SPENDIAMO, E TU?”
Dati Censis pubblicati a maggio di quest’anno: tra il 1° agosto 2017 e il 31 luglio 2018 in Italia si sono verificati 120 femminicidi (di cui 92 in ambito familiare o per mano di partner, ex partner o altro familiare). Senza contare che, nei primi 8 mesi del 2018, sono stati denunciati 10.204 maltrattamenti in famiglia, 8.718 percosse, 8.414 casi di stalking e 2.977 violenze sessuali. Statistiche che si riferiscono soltanto ai casi denunciati.
Nell’ultimo decennio, il ‘bollettino di guerra’ riporta 48.377 i reati di violenza sessuale (di cui oltre il 90% la vittima era una donna).
Il fenomeno della violenza di genere non solo non tende a diminuire ma si aggrava nonostante iniziative, leggi, interventi esemplari da parte delle Forze dell’Ordine.
Anche quest’anno Coop Alleanza 3.0 partecipa alla celebrazione del 25 novembre con la campagna solidale “Noi ci spendiamo, e tu?”. Per tutto il mese di novembre, soci e clienti potranno sostenere con l’1% degli acquisti di prodotti Coop (“1 per tutti 4 per te” e linea Solidal) il lavoro dei centri antiviolenza e delle associazioni che si occupano di donne vittime di abusi.
Nel 2018, grazie a “Noi ci spendiamo, e tu?”, Coop Alleanza 3.0 ha donato un contributo di oltre 2.300 euro a 41 realtà locali per un totale di 97 mila euro.
PROTOCOLLO D’INTESA TRA GLI STATI GENERALI DELLE DONNE E GLOBAL THINKING FOUNDATION
Il 5 novembre, a Milano, Global Thinking Foundation, impegnata a promuovere l’educazione finanziaria con particolare attenzione alle donne e all’uguaglianza di genere, ha firmato con Gli Stati Generali delle Donne un protocollo d’intesa.
L’obiettivo è condividere l’impegno nella promozione di progetti per favorire la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne.
L’accordo si inserisce nel contesto dell’iniziativa “Libere”, progetto finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità nell’ambito della promozione di azioni di comunicazione per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne.
Claudia Segre, presidente di Global Thinking Foundation ha commentato: “La firma di questo Protocollo segna un ulteriore passo avanti nel nostro impegno nei confronti delle donne vittime di violenza economica” per favorire l’inclusione sociale delle fasce deboli.
NON UNA DI MENO SI PREPARA AL CORTEO NAZIONALE DEL 23 NOVEMBRE
L’assemblea nazionale di Non Una di Meno tenutasi a Napoli il 19 e 20 ottobre ha già pianificato le prossime mosse in vista della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne e dello sciopero globale dell’8 marzo.
Punta ad una rivolta che rompa gli argini del patriarcato a tutti i livelli (locale, nazionale, transnazionale).
In evidenza l’emergenza strutturale della chiusura di tanti centri antiviolenza e di sostegno per le donne vittime di violenza, tra cui Lucha y Siesta di Roma, che rischia di essere sgomberato dall’amministrazione. Il distacco delle utenze a Lucha è previsto per il 13 novembre e, da quella data, partirà una mobilitazione nazionale degli spazi femministi fino alla manifestazione nazionale, il corteo contro la violenza sulle donne del 23 novembre.
Emerge l’urgenza di chiedere l’abolizione dei due decreti sicurezza ancora in vigore, di mettere da parte il ddl Pillon e di allertare sulla riforma strutturale del diritto di famiglia in preparazione che rischia ancora una volta di trasformare la libertà e l’autonomia delle donne e delle persone in un terreno di negoziazione e scambio tra partiti.
Altre urgenze: la precarietà del lavoro, la lotta contro lo sfruttamento neoliberista, la violenza istituzionale (nei tribunali come nelle carceri), il Codice Rosso, l’utilizzo della PAS (sindrome da alienazione parentale), l’importanza delle donne curde, la gravità dell’invasione turca.
ADOLESCENTI VITTIME DI VIOLENZA DI GENERE: DATI INQUIETANTI
In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne 2019, l’Osservatorio Nazionale Adolescenza presenterà i risultati di un recente studio svolto su 4 mila ragazzi tra i 13 e 19 anni.
Ha già diffuso i primi dati da cui emerge una realtà inquietante:
- Una ragazza su 20 è stata aggredita fisicamente dal fidanzato, picchiata;
- Una su 10 è stata aggredita verbalmente dal suo ragazzo, in pubblico nella metà dei casi;
- Due adolescenti su 50 picchiate già dall’età di 14-15 anni;
- Una su 10 ha paura del partner;
- Tre ragazze su 50 si sentono ‘incastrate’ nel rapporto perché vittime di minacce;
- Una su 5 ha subito scenate di gelosia per l’abbigliamento o l’eccessiva espansività con altre persone;
- Il 17% dei ragazzi controlla spesso lo smartphone della ragazza;
- In 3 casi su 4 la ragazza perdona questi comportamenti.
Le adolescenti sono vittime di violenza di genere non meno delle generazioni precedenti.
Picchiate, minacciate, insultate e controllate.
Tutti gli attuali strumenti di tutela delle donne vittime di violenza non possono sanare da sole questo fenomeno basato su un problema culturale.
E’ fondamentale educare al rispetto le nuove generazioni per evitare gli errori dei genitori ma gli adulti sono all’altezza di fare questo?
I ragazzi si ritrovano a vivere in un contesto povero di valori, dove scuola e famiglia non dimostrano di dar loro stabilità, punti di riferimento.
Prima di educare i giovani, bisognerebbe insegnare agli adulti ad educare i ragazzi (oltre che se stessi). Contesti violenti vissuti dagli adulti mostrano ai giovani modelli di comportamento e di relazione sbagliati, pericolosi, che però diventano abitudine e vengono percepiti come normali.
Pensando alle tutele, il problema è anche un altro.
Se un genitore volesse difendere la propria figlia da fidanzati violenti o persecutori, rischierebbe di sentirsi dire: “Non puoi farmi niente perché sono minorenne, non mi puoi toccare. Faccio quello che mi pare perché non sono punibile”. Proprio come ha detto uno stalker minorenne di Perugia lo scorso ottobre.
GRUNDA, L’ANGELO DALLE ALI ROTTE: UN MESSAGGIO AGLI ADOLESCENTI
“Grunda, l’angelo dalle ali rotte” è un fumetto speciale contro la violenza sulle donne dedicato, in particolare, agli adolescenti.
Ideato ed interpretato dalla giornalista, scrittrice ed attrice Emanuela Del Zompo, è un progetto autoprodotto da portare sui banchi di scuola come mezzo di formazione e prevenzione per contrastare la violenza di genere. Un racconto per immagini che unisce fotografia, fumetto e disegno.
Grunda è l’angelo pasticcione che, nel tentativo di riconciliare le coppie, non riesce ad evitare il fenomeno del femminicidio: ogni caso di violenza spezza sempre di più le sue ali finché qualcosa, nella sua missione, cambierà.
Il messaggio ai giovani è forte e chiaro: l’amore va vissuto senza forzature né costrizioni, possesso e ossessione sono illusioni di un sentimento sbagliato.
Le donne hanno tanto da imparare per tutelare se stesse.
Tante casistiche, statistiche (peraltro incomplete), tristi numeri.
Sembrano non insegnare nulla di definitivo alla società
per superare una vergogna senza limiti e confini.
Per sperare di cancellare dalla storia dell’essere umano
il significato stesso di violenza e femminicidio,
bisogna abbattere stereotipi, pregiudizi secolari.