VIOLENZA MASCHILE, IL PIANO

VIOLENZA MASCHILE, IL PIANO
24 Luglio 2019 Francesco Ciano
PIANO STRATEGICO NAZIONALE SULLA VIOLENZA MASCHILE

PIANO STRATEGICO NAZIONALE SULLA VIOLENZA MASCHILE DA 38,5 MILIONI DI €

 

Nel corso di una conferenza stampa affollata, il 18 luglio scorso a Palazzo Chigi è stato presentato il Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020 o, meglio, il relativo Piano Operativo secondo la strategia attuativa della Convenzione di Istanbul. Il programma prevede lo stanziamento da parte del Dipartimento Pari Opportunità di 38,5 milioni di euro oltre ad azioni “a costo zero”.

Il Piano Operativo è stato presentato, sul tavolo di presidenza, dal ministro per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno e dal sottosegretario alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora.

Le iniziative previste sono diverse, tutte apprezzabili ed urgenti. Nel 2019, i soldi stanziati serviranno per sostenere i centri antiviolenza e le reti territoriali attraverso le Regioni ma anche per l’istituzione di un fondo anti-ostaggio, una task force per il monitoraggio sull’utilizzo delle risorse in collaborazione con la Guardia di Finanza, campagne di informazione e formazione ed altro ancora.

Si tratta di un pacchetto di iniziative decisamente robusto sia di contenuti sia di cifre stanziate: iniziative concrete con risorse certe che si uniscono all’importante iniziativa del Codice Rosso.

Scopriamo nei dettagli tutte le novità contenute nel Piano Operativo appena annunciato.

 

PIANO STRATEGICO NAZIONALE SULLA VIOLENZA MASCHILE OPERATIVO: LE NOVITÀ

 

Sono principalmente 5 le novità del Piano Operativo relativo al Piano Strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020:

  • Sostegno ai centri antiviolenza ed alle reti territoriali attraverso le Regioni: 30 milioni di euro (10 milioni in più rispetto al 2018). In Italia, sono 338 i centri e servizi specializzati nel sostegno alle donne vittime di violenza sparsi su tutto il territorio (136 al Nord, 59 al Centro e 143 al Sud);
  • Sostegno finanziario da parte del DPO (Dipartimento Pari Opportunità) alle azioni delle altre Amministrazioni pubbliche: 1,7 milioni di euro;
  • Fondo anti-ostaggio fortemente voluto dalla ministra per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno. Si tratta di un fondo destinato a quelle donne vittime di violenza che vogliono temporaneamente allontanarsi da casa senza essere costrette ad andare in una casa rifugio. Grazie al fondo riceveranno assistenza economica per un periodo limitato di tempo: 2 milioni di euro;
  • Task Force in collaborazione con la Guardia di Finanza allo scopo di monitorare il corretto utilizzo dei fondi stanziati dal governo e l’indirizzamento degli stessi da parte delle Regioni:
  • Potenziamento degli interventi per gli uomini autori di maltrattamenti.

In sintesi, le risorse finanziarie stanziate nel 2019 dal DPO sono così suddivise:

  • 30 milioni per azioni delle Regioni;
  • 6,8 milioni per azioni del Dipartimento Pari Opportunità;
  • 1,7 milioni per azioni delle altre amministrazioni.

Il ruolo delle Regioni viene valorizzato attraverso:

  • Progetti rivolti a vittime minorenni, donne migranti e uomini maltrattanti;
  • Tavoli regionali per il monitoraggio sistematico sull’utilizzo delle risorse nei territori;
  • Potenziamento delle reti dei servizi territoriali.

 

AZIONI DEL DPO E DI ALTRE AMMINISTRAZIONI FINANZIATE

 

Le quattro principali azioni del Dipartimento Pari Opportunità sono:

  • Promozione studio delle Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics), l’insieme di discipline che affrontano in modo interdisciplinare tematiche come l’immigrazione, la difesa, la lotta alle disparità di genere: 1 milione di euro;
  • Numero di pubblica utilità 1522: 650 mila euro;
  • Campagna di comunicazione del 25 novembre (Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne): 600 mila euro.
  • Sistema informativo per il monitoraggio del Piano: 200 mila euro.

Le principali azioni delle altre amministrazioni finanziate dal DPO prevedono:

  • Formazione del personale dell’Arma dei Carabinieri: 200 mila euro;
  • Formazione del personale della Polizia locale: 200 mila euro;
  • Formazione del personale civile e militare della Difesa: 200 mila euro;
  • Sensibilizzazione e formazione degli operatori di settore sul tema della violenza contro le donne con disabilità: 200 mila euro;
  • Formazione del personale della Polizia Penitenziaria: 200 mila euro;
  • Sensibilizzazione dell’emittenza televisiva (Mise): 50 mila euro;
  • Percorsi di recupero dei minorenni autori di reati sessuali (Ministero della Giustizia): 100 mila euro;
  • Costruzione di un sistema informativo integrato relativo ai dati sul fenomeno della violenza contro le donne (Ministero dell’Interno – Dipartimento Pubblica Sicurezza): 430 mila euro.

 

ALTRE AZIONI DELLE AMMINISTRAZIONI CENTRALI PREVISTE DAL PIANO OPERATIVO

 

Sono previste ulteriori azioni da parte delle Amministrazioni Centrali:

  • Sostegno alle vittime di violenza assistita e agli orfani di crimini domestici (Dipartimento per le politiche della famiglia): 050.000 euro;
  • Formazione delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione di persone sopravvissute tra i rifugiati e i richiedenti asilo (Ministero dell’Interno): 145 mila euro;
  • Formazione del personale del settore pubblico e costituzione di una piattaforma nazionale dei Comitati Unici di Garanzia (CUG) per le pari opportunità, la valorizzazione ed il benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (PCM, Funzione Pubblica): 400 mila euro;

 

PIANO STRATEGICO NAZIONALE SULLA VIOLENZA MASCHILE: AZIONI A COSTO ZERO

 

Sono numerose e tutte importanti le azioni a costo zero previste dal Piano Operativo contro la violenza sulle donne:

  • Task Force inter-istituzionale per la tutela delle vittime finalizzato a definire un modello condiviso di azione basato sull’analisi delle buone pratiche realizzate (DPO, Ministero dell’Interno, Difesa e Giustizia);
  • Inserimento in tutti i corsi di laurea in ambito sanitario dei temi riguardanti la violenza di genere (Ministero della Salute);
  • Costituzione di un gruppo di lavoro per elaborare linee guida da diffondere nelle Procure a livello nazionale al fine di migliorare l’efficacia dei procedimenti giudiziari (Ministero della Giustizia);
  • Attivazione di gruppi di lavoro inter-istituzionali per sviluppare linee guida su campagne informative e definire indicatori per la valutazione dei casi di violenza su donne disabili (DPO, Ministero della Famiglia);
  • Tavolo tecnico interforze per un’efficace e rapida valutazione e gestione del rischio di recidiva;
  • Linee guida nazionali per la formazione di tutti gli operatori impegnati nella lotta contro la violenza sulle donne (DPO, Comitato Tecnico);
  • Formazione del personale della Polizia di Stato già in corso di attuazione (Ministero dell’Interno);
  • Sensibilizzazione di tutto il personale militare e civile per la gestione dei casi di violenza sulle donne (Ministero della Difesa).

Tra le campagne di comunicazione (informazione e sensibilizzazione) sono previste anche quelle per il contrasto dell’hate speech (incitamento all’odio) fra le giovani generazioni e la Settimana nazionale contro la violenza e le discriminazioni (stereotipi di genere) nelle scuole (in collaborazione con il MIUR).

 

L’IMPORTANZA DELLA CULTURA E DELLA FORMAZIONE

 

Il Piano Operativo relativo al Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020 è stato annunciato all’indomani dell’approvazione del Codice Rosso, divenuto legge dello Stato.

Il Codice Rosso è “una legge che dà soluzioni importanti per il tema della violenza sulle donne: abbiamo fatto il massimo dal punto di vista legislativo su una serie di fronti, ma la violenza non si può combattere solo con sanzioni e nuovi reati. Questo ‘Piano’ completa quanto iniziato con il ‘Codice Rosso’. In particolare, la priorità delle priorità sono i corsi di formazione: li abbiamo resi obbligatori nella Pubblica Amministrazione, per eliminare le discriminazioni di genere” ha commentato la ministra Giulia Bongiorno.

Lo stesso sottosegretario Vincenzo Spadafora crede che il tema culturale sia quello più importante. Il Piano prevede molte campagne di comunicazione, sensibilizzazione e informazione rivolte soprattutto ai più giovani, nelle scuole e altrove. E’ necessario combattere l’odio che spesso viene fomentato in rete proprio sugli stereotipi di genere.

Il problema culturale è alla base dei processi violenti e, in genere, nelle dinamiche di discriminazione.

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