04-03-21 FLASH MOB CONTRO I FEMMINICIDI

04-03-21 FLASH MOB CONTRO I FEMMINICIDI
4 Marzo 2021 Francesco Ciano
FLASH MOB CONTRO I FEMMINICIDI

FLASH MOB CONTRO I FEMMINICIDI E LA VIOLENZA SULLE DONNE: GLI UOMINI CHE DICONO NO

 

Il primo flash mob contro i femminicidi e la violenza sulle donne tutto al maschile è stato pensato ed organizzato da Paolo Zanone a Biella. Ha voluto rispondere con particolare slancio al tweet di Milena Gabanelli riunendo “Uomini in scarpe rosse” pronti a scendere in piazza per dire NO al femminicidio, alla violenza sulle donne, chiedendo scusa per gli uomini ‘sbagliati’.

L’imprenditore tessile e direttore artistico della compagnia Teatrando Paolo Zanone ha reagito con empatia al tweet lanciato da Milena Gabanelli in cui la giornalista ha affermato: “Ne ammazzano una al giorno ma io vedo solo donne manifestare, protestare, gridare aiuto. Non ho visto una sola iniziativa organizzata dagli uomini contro uomini che uccidono le loro mogli o fidanzate. Dove siete?”. Le parole della Gabanelli l’hanno colpito profondamente, soprattutto la parte conclusiva del messaggio: “Non è cosa da maschi proteggere le donne?”.

Quel cinguettio sembrava cadere nel vuoto, nessuno degli esponenti della cultura sembrava averlo colto né si è messo in gioco e, così, ci ha pensato lui. Ancor più del messaggio della Gabanelli, Zanone è rimasto colpito dal silenzio. Ha preso vernice e bombolette spray rigorosamente rosse ed ha cominciato a colorare vecchi mocassini e sneakers chiamando a raccolta gli uomini della sua compagnia teatrale.

Il 27 febbraio scorso, il flashmob iniziato alle 15,30 è partito dal Ponte della Maddalena (sede di Teatrando) attraversando il centro storico di Biella, via Italia fino alla Fons Vitae. Il momento clou si è svolto tra la sede del Comune a Palazzo Oropa e piazza Santa Marta. Nel pieno rispetto delle disposizioni anti-Covid, con cappelli e mascherine, debitamente distanziati, un piccolo esercito di Uomini in scarpe rosse ha sfilato mostrando una serie di cartelli sul tema, ognuno con il suo messaggio contro la violenza di genere come “Da uomo a uomo” o “Aggredire le donne non è questione privata! Rompere il silenzio tutti“.

Oltre alla sfilata di 26 ‘figuranti’ di Teatrando, tanti cittadini presenti si sono accodati spontaneamente rispettando le regole e indossando qualcosa di rosso (una mascherina, un fiocco, una maglietta).

L’unica prevenzione davvero efficace è la volontà di cambiare atteggiamento culturale da parte degli uomini. Nessuna legge o pena può bastare se manca questo.

FLASH MOB CONTRO I FEMMINICIDI

 

FLASH MOB CONTRO I FEMMINICIDI E LA VIOLENZA SULLE DONNE A MILANO E A TORINO

Lo stesso giorno, sabato 27 febbraio alle ore 11, si è mossa anche Milano con l’iniziativa “Uomini che amano le donne“. Dall’idea del capogruppo del PD a Palazzo Marino, Filippo Barberis, e su iniziativa dei consiglieri comunali del PD, il flashmob si è svolto di fronte alla sede del Comune, a piazza San Fedele. Sedie vuote, un fiocco rosso ed i nomi di alcune donne vittime di femminicidio per dare voce all’impegno diretto degli uomini nel contrastare la violenza di genere dall’inizio del 2021. Troppe le donne uccise in tutta Italia, il lockdown non ha fatto altro che acutizzare il fenomeno, un fenomeno inaccettabile che non deve riguardare solo le donne.

Per avviare il cambiamento, il primo passo è disapprovare come uomini in prima persona e con forza la violenza, dire basta privatamente e pubblicamente.

Il 27 febbraio, in piazza Castello a Torino, l’associazione “Il Cerchio degli uomini” ha manifestato sensibilizzando i torinesi sul tema della violenza maschile contro le donne, contro l’omofobia e qualsiasi atteggiamento machista. L’iniziativa è frutto dei gruppi di discussione che, da oltre 20 anni, organizzano percorsi, iniziative e servizi contro gli stereotipi, i modelli maschili sbagliati, la cultura della prevaricazione.

Il presidente del Cerchio degli uomini, Andrea Santoro, ha parlato chiaro: “Ci assumiamo la responsabilità come uomini, ci sentiamo chiamati in causa e ci mettiamo la faccia“.

Gli uomini dell’associazione torinese, si sono disposti in cerchio come succede durante le sedute di condivisione di storie violente insieme a donne, altri uomini, al lavoro, in casa, nella società. Fuori dal cerchio le donne vittime di violenza domestica o sul luogo di lavoro, (vittime dell’ingiustizia e della disuguaglianza, di separazioni conflittuali e gelosie), li guardano e raccontano la loro storia.

Gli uomini del Cerchio indossavano pettorine con frasi stampate come “Impariamo a fare i conti con i no”. Frasi obiettive, sincere, prive di risentimento, che sembrano uscite dalle terapie di gruppo.

 

FLASH MOB CONTRO I FEMMINICIDI E LA VIOLENZA SULLE DONNE AD ALBENGA

Aderendo all’iniziativa dei flashmob di Biella, Milano e Torino, sono scesi in piazza anche gli uomini di Albenga per chiedere scusa alle donne denunciando i tanti femminicidi che insanguinano l’Italia e che, in particolare, hanno visto in prima linea l’Associazione culturale Fischia il vento e Anpi di Albenga e Ceriale (Savona).

Amelia Narciso, la presidente provinciale dell’Anpi di Imperia, ha evidenziato come siano rari, purtroppo, gli uomini che ci mettono la faccia e chiedono scusa alle donne.

Ha aderito al flashmob la storica Associazione albenganese “Fieui dei carruggi” che ha chiamato a raccolta esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo tra cui Michelle Hunziker e Fiorella Mannoia. L’onorevole Giulia Bongiorno ha aderito sui social.

Il 27 febbraio alle 18 in piazza San Michele, l’Associazione Fischia il Vento di Albenga ha organizzato un presidio senza parole né slogan, sottolineato dagli squilli del telefono. Chi è sceso in piazza, chi si è fatto chiamare al cellulare per riempire di trilli le piazze e rispondere alla propria coscienza piuttosto che ad una chiamata telefonica.

Ad Albenga hanno preso parte al flashmob numerosi giovani e cittadini ma nessun rappresentante di alcun partito politico. Ad unire i partecipanti, sia per mantenere il distanziamento sociale sia per collegare simbolicamente gli uomini contro i femminicidi e la violenza sulle donne, un filo di lana rosso.

 

FLASH MOB A POTENZA, PROSSIMO APPUNTAMENTO A GENOVA

Biella, Milano, Torino, Albenga ma anche Potenza in piazza contro il femminicidio. Gli uomini con addosso una t-shirt rossa si sono riuniti in piazza Matteotti per dire basta.

Come denunciato dagli organizzatori del flash mob di Potenza, per troppo tempo la violenza sulle donne (fisiche, psicologiche, economiche fino al caso estremo del femminicidio) ha rappresentato un fenomeno sommerso, nascosto all’interno delle mura domestiche, sottostimato, sottovalutato.

Queste violenze sono frutto della sopraffazione e discriminazione di genere, la conseguenza di pregiudizi e dell’incapacità di alcuni uomini di evolversi, di considerare le donne come soggetti liberi di scegliere la propria vita, completamente autonomi.

I promotori di Potenza hanno lanciato un appello per creare una rete a livello nazionale contro questa “deriva culturale”. Gli uomini che hanno manifestato al fianco delle donne sono felici di far parte della categoria ‘risvegliata’ di uomini pronti al cambiamento.

Il prossimo flash mob contro il femminicidio e la violenza sulle donne è stato organizzato a Genova e, probabilmente, in seguito altre province italiane si muoveranno per protestare e sensibilizzare gli uomini in piazza.

L’iniziativa di Genova, il presidio ” Essere maschi adulti” come estensione del consueto presidio dell’Ora in silenzio per la pace, è stata promossa da Paolo Fasce, preside del Nautico Sangiorgio, e fissata per mercoledì 3 marzo alle 18 in piazza De Ferrari, sui gradini del Ducale, indossando qualcosa di rosso, senza bandiere nè discorsi.

Fasce ha lanciato l’iniziativa il 24 febbraio ricevendo pochi riscontri, risposte centellinate. Paolo Fasce si aspettava una reazione dai partiti e dai sindacati. Qualcuno gli ha semplicemente risposto di “andare avanti“.

All’interno dell’Istituto Nautico Sangiorgio, che ospita 1.400 studenti (di cui solo il 10% ragazze), Paolo Fasce ha avviato corsi di sensibilizzazione sulla violenza di genere ed un progetto sul bullismo in collaborazione con l’Università.

La violenza di genere è – come ha dichiarato Fasce – “un problema di cultura diffusa“.

Non deve esistere il concetto di ‘proprietà’ della donna. “Il fatto che, mediamente, siamo più grossi ci dà solo il diritto di difenderci con agio, non di aggredire” ha saggiamente commentato.

 

CONCLUSIONI

Diventa impossibile per tutti, ormai, fare finta di nulla davanti ad un fenomeno grave e in costante crescita come il femminicidio.

Il femminicidio è la pandemia di sempre nella pandemia attuale; i dati parlano chiaro, non servono repliche.

Le donne vittime di violenza e minacciate devono essere messe in sicurezza subito, ma il problema più grosso resta sradicare la cultura del possesso, le prevaricazioni, le disuguaglianze, gli stereotipi che troviamo ancora nei libri, nei tribunali, nei media. La violenza degli uomini contro le donne deve essere sradicata ovunque (nelle scuole, nei luoghi di lavoro, a casa) e da chiunque, uomini e donne. E’ necessario trasmettere il valore dell’uguaglianza di genere, bisogna educare gli uomini e le donne di domani ad amare sapendo che la persona amata resta libera di riamarci oppure no.

La violenza contro le donne non è un affare privato ma sociale, coinvolge tutti.

Contro il virus Femminicidio serve il vaccino della Cultura.

FRANCESCO CIANO

Francesco CIANO

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