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BRACCIALETTO ELETTRONICO ANTI STALKER: COME FUNZIONA, A CHE PUNTO SIAMO
“Oggi il braccialetto elettronico anti stalker si può mettere solo agli arresti domiciliari” ha dichiarato Nunzio Sarpietro, presidente dell’Ufficio gip di Catania. Questa dichiarazione legata all’omicidio di Vanessa Zappalà è stata aspramente smentita dalla senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione d’inchiesta sul femminicidio del Senato. Nel 2019, con la modifica dell’articolo 282-ter co.1 c.p.p., l’uso del braccialetto elettronico anti-stalker è stato esteso anche alla misura cautelare del divieto di avvicinamento nei confronti degli stalker.
E’ gravissimo pensare che non c’era nulla da fare nel caso di Vanessa Zappalà che aveva più volte denunciato il suo aguzzino per stalking. Secondo il gip è stata concessa la misura più tenue perché i due si erano ‘chiariti’. Non è così. Tutti sanno che tante situazioni chiarite (o da chiarire nell’ultimo appuntamento) possono degenerare fino al gesto estremo del femminicidio.
Bisogna saper ‘leggere’ le violenze: i magistrati, tutti gli operatori di giustizia e le Forze dell’Ordine devono essere adeguatamente formati sul tema della violenza di genere. Valente non si stancherà mai di ripeterlo. Il Codice Rosso, le norme a tutela delle donne ci sono, ma devono essere applicate correttamente da operatori specializzati.
Nel caso di Vanessa Zappalà, il braccialetto elettronico avrebbe dovuto essere applicato al suo stalker che dagli arresti domiciliari è passato alla misura cautelare del divieto di avvicinamento. L’assassino poteva e doveva essere controllato con il braccialetto elettronico anti-stalker. Secondo le dichiarazioni di Valeria Valente, le norme non sono state utilizzate.
Le misure cautelari applicate a difesa delle donne vittime di violenza sono state mutuate dal codice antimafia secondo una valutazione di pericolosità sociale del soggetto. In tal caso, la tutela della vittima prevale sulla libertà personale di un soggetto pericoloso che va controllato prima dell’esito del processo. Lo stalker non è il molestatore innocuo: è un potenziale assassino.
BRACCIALETTO ELETTRONICO ANTI STALKER: ARRESTI DOMICILIARI E DIVIETO DI AVVICINAMENTO
Dal momento della denuncia a quello in cui inizia effettivamente il processo penale passa troppo tempo. In questo lasso di tempo, lo stalker cova la sua rabbia e la sua smania di vendetta, convinto di aver subito un duplice torto dalla vittima: il rifiuto e la denuncia. Lo stalker continua a perseguitare, minacciare, terrorizzare e lo fa con estrema facilità, nonostante il divieto di avvicinamento o gli arresti domiciliari. Quando trasgredisce agli arresti domiciliari la misura si trasforma in custodia cautelare in carcere.
Con il divieto di avvicinamento l’autorità giudiziaria vieta all’indagato o imputato di avvicinarsi alla vittima nel raggio di un certo numero di metri e di recarsi in luoghi normalmente frequentati dalla stessa (lavoro, abitazione dei familiari, palestra, ecc.).
Con il doppio braccialetto GPS (alla vittima e allo stalker) la vicenda di Vanessa Zappalà probabilmente avrebbe preso una piega diversa. Grazie alla legge del 2019 che ha modificato l’art. 282-ter, comma 1 del codice di procedura penale, oggi l’uso del braccialetto elettronico non è limitato agli arresti domiciliari ma è stato esteso dalla legge ai casi di stalking e violenza di genere in cui viene disposto il divieto di avvicinamento. Il giudice può decidere per il braccialetto elettronico anche in alternativa alla misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, non solo del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.
A detta degli esperti è uno strumento che potrebbe salvare tante vittime. E’ davvero così? Come funziona? Qual è la sua efficacia?
COME FUNZIONA IL BRACCIALETTO ELETTRONICO ANTI STALKER
Il braccialetto elettronico è un dispositivo tecnologico che permette di monitorare da remoto gli spostamenti del soggetto che lo indossa.
Si tratta di una sorta di telefono cellulare: di color grigio per lo stalker (anche per verificare più facilmente eventuali manomissioni) e nero per la vittima (consenziente), definito ‘GS4 Victim Tracking Unit’.
Tarato per una certa distanza (250 metri), controlla automaticamente i possibili contatti pericolosi tra vittima e stalker. Se lo stalker si avvicina nel raggio di 250 metri, il dispositivo inizia a suonare allertando sia la donna minacciata sia le Forze dell’Ordine. Appena scatta l’allarme, partono le verifiche dalla sala operativa della Questura: lo stalker viene contattato immediatamente da un operatore che gli chiede conto della sua posizione e del suo percorso. Se l’allerta rientra bene, altrimenti intervengono gli agenti.
Tecnicamente è un doppio dispositivo GPS indossato sia dalla vittima sia dal suo aguzzino che ha la funzione di segnalare alle Forze dell’Ordine i movimenti del soggetto controllato.
Questo sistema di ‘tracciamento di prossimità‘, nel momento in cui rileva la presenza dell’aggressore nelle vicinanze, genera immediatamente un allarme verso il centro di monitoraggio.
Il braccialetto è tarato per una certa distanza e per determinati luoghi.
La vittima è protetta al 100%?
No, perché l’aggressore potrebbe pedinarla ed avvicinarsi in altri luoghi non previsti dal divieto e, in questo caso, il braccialetto elettronico non servirebbe a nulla. Oltretutto, servirebbe a ben poco se la vittima non fosse dotata dello stesso dispositivo per rilevare la presenza dello stalker.
Il monitoraggio con tracciamento è associato a luoghi predefiniti, zone di esclusione, non monitora il persecutore in tutti i luoghi.
PERCHÉ IN SPAGNA IL BRACCIALETTO ELETTRONICO FUNZIONA
In Paesi come la Spagna, il braccialetto elettronico in uso dal 2009 a tutela delle donne funziona diversamente.
Il dispositivo consente di tracciare costantemente la posizione dello stalker e segnalare subito al centro di controllo la violazione di uno dei luoghi di sicurezza attorno alla vittima. Lo stalker può essere contattato per verificare le sue intenzioni e tentare di dissuaderlo.
La vittima utilizza un dispositivo portatile con tasto di allarme in grado di attivare anche la chiamata diretta con l’operatore. Lo stesso operatore può mettersi in contatto con la vittima.
Con questo sistema, in Spagna i femminicidi sono diminuiti del 33,33% rispetto all’andamento nazionale che ha rilevato un calo del 18,75%. Nessuna delle vittime sottoposte a monitoraggio elettronico ha subito nuovamente violenza.
Probabilmente, il sistema funziona anche per un altro motivo: in Spagna il braccialetto elettronico viene usato più di frequente.
QUANTI BRACCIALETTI ELETTRONICI ANTI STALKING SONO DISPONIBILI IN ITALIA?
Il problema in Italia è la carenza di braccialetti elettronici trattandosi di dispositivi costosi, tanto che i giudici ne dispongono l’uso raramente.
C’è da considerare che, principalmente, i braccialetti elettronici vengono utilizzati per detenuti posti agli arresti domiciliari o soggetti in libertà vigilata per sfoltire le carceri.
E’ stato introdotto dal decreto Sicurezza D.L.n.113/2013: in seguito, è stato ribadito nel Codice Rosso (L. n.19 del luglio 2019) a tutela delle donne vittime di violenza e stalking.
Il Ministero dell’Interno ha firmato un contratto triennale (iniziato il 1° gennaio 2019) per la fornitura di 1.000 braccialetti anti stalking al mese (oltre 23 milioni di euro) al costo, per unità, di circa 200 euro. A novembre 2020 erano in funzione soltanto 128 dispositivi.
A metà aprile 2020 erano complessivamente 5.724, di cui 2.911 attivi, 98 in corso di attivazione, 84 in funzione in tutta Italia secondo quanto ha dichiarato all’agenzia Dire il primo dirigente della Polizia di Stato Andrea Di Giannantonio.