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CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE: GIUNTA RAGGI REVOCA LA CONCESSIONE
Il 25 luglio, dopo mesi di silenzio, la giunta Raggi ha deciso di revocare la convenzione al Consorzio di gestione della Casa Internazionale delle Donne, storico spazio femminista romano. Questa decisione era stata preannunciata con la mozione a firma della consigliera Guerrini che ha bollato come “fallimentare” il progetto della Casa sostenendo la necessità di ‘riallineare’ le attività alle politiche sociali e di contrasto alla violenza di genere della giunta capitolina a maggioranza 5stelle.
Il 17 maggio il Comune di Roma ha approvato questa mozione del Movimento 5stelle che permette al Campidoglio di riappropriarsi della sede della Casa Internazionale delle Donne, l’ex complesso monumentale del Buon Pastore a via della Lungara.
La Casa, nel suo profilo Facebook ufficiale, considera questa strategia ‘subdola’: non si tratta del classico ‘sfratto’ ma di una delegittimazione. Punta a sostituire un lavoro quotidiano e collettivo che dura da circa 30 anni per imporre “logiche di valorizzazione economica, bandi, decisioni prese dall’alto”.
Casa delle Donne definisce la giunta Raggi allineata ad una “politica sessista, omofoba e razzista” in una guerra sistematica alla città femminista e solidale, che rappresenta un punto fermo insostituibile per le esigenze di donne, bambini.
La Casa Internazionale delle Donne non molla
La Casa Internazionale delle Donne non molla, nonostante la revoca e si dichiara, ad oggi, pronta a difendere non soltanto il suo spazio ma anche la casa Lucha Y Siesta (minacciata dal Concordato Atac), il Centro antiviolenza Donna Lisa e tutti gli spazi delle donne a rischio presenti a Roma.
“Virginia Raggi chiude la Casa Internazionale delle donne”. I continui appelli, le attese, la solidarietà anche da parte di molti artisti non sono serviti a nulla. Il Comune di Roma ha comunicato la revoca d’ufficio della concessione allo storico spazio che, dal 1992, accoglie le donne romane e non solo. Dal 1992 il Progetto Casa Internazionale delle Donne è elencato tra le opere di Roma Capitale, approvato dallo stesso Comune come organismo autonomo impegnato a valorizzare la politica delle donne offrendo servizi e consulenze.
Fino all’ultimo, si sperava di raggiungere un compromesso, di trovare una soluzione.
Dopo un accurato esame della documentazione di spesa fornita dal Consorzio Casa Internazionale delle Donne che ha sede nel cuore di Trastevere, è emerso che le fatture relative ad una serie di spese (circa 300 mila euro) non sono pertinenti ai fini di scomputo del debito. Questo ha comunicato il Campidoglio.
Un debito di 833 mila euro
Il debito della Casa nei confronti del Comune ammonta a circa 833 mila euro. Non è possibile rimodulare il canone al ribasso, come da richiesta del Consorzio, perché gode già di un canone abbattuto del 90% rispetto al “valore di mercato”. Per il Comune, si tratta di un investimento equivalente ad un contributo al progetto di 790 mila euro all’anno. Qualcosa che non è concesso ad altre simili realtà.
L’Amministrazione comunale ha presentato soluzioni per evitare la chiusura della Casa, ad esempio una garanzia bancaria per far fronte al debito o lo spostamento di certi servizi erogati nelle periferie ma Il Consorzio non ha accettato.
In mancanza di soluzioni alternative, se la Casa non riuscirà a saldare il debito, la concessione sarà revocata d’ufficio. In sostanza, la giunta Raggi resta in attesa che la Casa Internazionale delle Donne invii una proposta di transazione. L’Amministrazione si impegna a tutelare e rilanciare il progetto della Casa, una volta che il debito sia stato saldato e, intanto, l’assessora al Patrimonio Rosalba Castiglione ha annunciato la revoca immediata della convenzione (con scadenza nel 2021) che regola il rapporto tra la Casa delle Donne e Roma Capitale nonostante la sospensione del provvedimento da parte della Corte Europea.
Casa Internazionale delle Donne rischia la chiusura
Il direttivo della Casa in via della Lungara non demorde. La comunicazione della revoca da parte della giunta Capitolina alla vigilia di agosto (nel periodo peggiore per ogni vertenza pubblica e privata) viene vissuta come “un attacco al femminismo di Roma” che non tiene conto minimamente dei servizi offerti dal Consorzio, delle spese ordinarie e straordinarie sostenute dalla Casa che, ora, rischia la chiusura.
Da tempo, hanno dimostrato tutta la loro solidarietà artisti come Emma Marrone, Paola Turci, Fiorella Mannoia, Paola Cortellesi, Noemi, Federica Rossellini, il fumettista Zero Calcare nonché i sindacati Cgil e Cisl che hanno definito la Casa Internazionale delle Donne “un servizio nato dal basso e che va tutelato”.
Le esponenti del direttivo faranno opposizione a tutto campo: se verrà notificato ufficialmente il provvedimento di revoca, chiederanno la sospensiva. Per impugnarla avranno 60 giorni di tempo.
Intanto, hanno lanciato un appello per ottenere il sostegno di tutti contro la chiusura della storica sede. Hanno chiesto a tutti di continuare la campagna di solidarietà e mobilitazione e di sottoscrivere.
“A Roma e in Italia c’è la consapevolezza di quanto grave e negativo sarebbe scrivere la parola fine all’esperienza della Casa Internazionale delle Donne”, una delle esperienze più importanti del Femminismo romano, nazionale ed internazionale. Ogni anno, circa 30.000 donne trovano sostegno gratuitamente alla Casa delle Donne.
Francesco Ciano