CHI È LO STALKER? della Dott.ssa Camilla Serena Psicologa

CHI È LO STALKER? della Dott.ssa Camilla Serena Psicologa
7 Giugno 2018 Francesco Ciano

CHI È LO STALKER?  

 

Le relazioni sentimentali “sane” sono costituite da un scambio reciproco di rispetto e fiducia nei confronti del partner. Una coppia si basa sulla qualità della relazione che intraprendono e coltivano nel tempo. Un rapporto sano non è privo di problemi ma c’è la capacità da parte di entrambi i partner di affrontarli insieme.

Nella relazione patologica si perdono questi aspetti di crescita e maturità, andandosi a creare pensieri ossessivi verso l’altro. La coppia è sbilanciata dove non c’è uno spazio individuale che invece viene soffocato e privato della libertà sul partner. La persona vittima si sente in gabbia. Uno dei due mette in atto comportamenti persecutori dove la vittima incomincia ad avere paura a spostarsi da un posto all’altro.

Quali possono essere in fattori di rischio che la persona possa diventare uno stalker:

  • Gravi violenze fisiche e psicologiche;
  • Gravi minacce di violenza;
  • Escalation sia di violenza fisica e sessuale e sia delle minacce;
  • Violazione di eventuali misure cautelari o interdittive,
  • Elevata conflittualità con l’ex compagno/a in casi di separazione o divorzio;
  • Precedenti penali;
  • Presenza di disturbi psichiatrici e disturbi di personalità;
  • Comportamento di controllo e possessivo;
  • Atteggiamenti negativi in ambiti culturali, politici e, religiosi.

 

 

Lo stalker è una persona che non accetta il rifiuto e l’abbandono, ha una bassa autostima e per questo deve avere e mantenere un certo controllo sulla vittima. E’ una persona che vive un disagio in cui spesso non è consapevole e che non sa gestire.

Per lo stalker la persecuzione, diventa una continuazione della relazione, la cui perdita è percepita come troppo minacciosa e destabilizzante. Gli individui respinti sono i molestatori statisticamente più pericolosi, in quanto esiste la reale possibilità che lo stalking degeneri in atti di violenza fisica.

Soffre di dipendenza affettiva mal gestita e, ossessionato da un oggetto d’amore, solitamente donna-vittima.

Per evitare emozioni  di rifiuto, di vergogna e di umiliazione  che per lui sono intollerabili, si difende con la rabbia e la svalutazione della persona-vittima.

Ci sono tre caratteristiche importanti presenti in un comportamento da stalking quali:

  • La stalker agisce nei confronti della vittima per un motivo ideo-affettivo basato su una relazione reale oppure parzialmente o totalmente irreale (dipende dalla personalità di partenza e dal livello di esame di realtà).
  • Il comportamento dello stalking si basa su una modalità di comunicare insistente, intrusiva e ripetitiva con la vittima.
  • La continua pressione psicologica, messa in atto dallo stalker, pone la vittima in uno stato di allerta e di stress psicologico. Questo disagio può essere causato dalla percezione dei comportamenti persecutori dello stalker e dalla paura, da parte della persona stalkizzata, per la sua incolumità.

 

Alcuni consigli utili per poter tutelarsi da questi comportamenti stalkizzanti possono essere:

  • Importante riconoscere il problema e non cercare di minimizzare la situazione o di negarla. Adottare delle precauzioni adatte alla circostanza. È importante informarsi sull’argomento e sui rischi prendendo delle precauzioni in merito.
  • Se le continue richieste sono per una relazione indesiderata, essere fermi sul dire “no” in modo chiaro. Altri sforzi di convincere il proprio persecutore insistente, comprese improvvisate interpretazioni psicologiche che lo/la additano come bisognoso di aiuto e di cure, saranno lette come reazioni ai suoi comportamenti e quindi rappresenteranno dei rinforzi, in quanto attenzioni.
  • Un modo efficace per potersi difendere è non continuare a seguire le abitudini quotidiane e prevedibili, frequentando posti affollati e non isolati.
  • Se siete continuamente contattate telefonicamente non cambiate il numero di telefono, questo perché lo stalker si sentirebbe maggiormente frustrato e maggiormente motivato a perseguire la vittima. Piuttosto installate un’altra linea che utilizzerete principalmente senza utilizzare quella vecchia.
  • Raccogliere più dati possibili su situazioni fastidiose da poter produrre alla polizia.
  • Utile avere un cellulare in più per chiamare in caso di emergenza.
  • Se si pensa di essere seguiti non incominciare a correre o andare a casa di un amico ma andare direttamente dalle forze dell’ordine.

 

 

 

 

Bibliografia

 

  • Acquadro Maran D., Il fenomeno stalking. Utet, 2012
  • Meloy, J. R. (1998). The psychology of stalking. In J. R. Meloy (Ed.), The psychology of stalking: Clinical and Forensic Perspectives, New York: Academic Press
  • “Lo stalking: aspetti psicologici e fenomenologici” articolo di M. Aramini, presente in G. Gulotta, S. Pezzati, “Sessualità, diritto, processo”, Giuffrè, 2002.

 

 

Dott.ssa Camilla Serena

Psicologa cognitivo comportamentale e forense

Tel 3397818130

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