17-01 DONNE VITTIME DI VIOLENZA

17-01 DONNE VITTIME DI VIOLENZA
17 Gennaio 2022 Francesco Ciano
donne vittime di violenza

DONNE VITTIME DI VIOLENZA: PROPOSTE PER L’INSERIMENTO NEL LAVORO, FORMAZIONE NELLE SCUOLE

E’ senza dubbio importante perfezionare le leggi a tutela delle donne vittime di violenza ed inasprire le pene per gli autori dei reati legati alla violenza di genere. Senza un cambiamento culturale ed un aiuto concreto alle donne, però, non si va da nessuna parte e le leggi non bastano a cambiare la realtà quotidiana.

Sono ancora profondamente radicati nel nostro Paese e nel mondo la cultura dello stupro, gli stereotipi, i pregiudizi patriarcali, la vittimizzazione secondaria, la discriminazione di genere anche nel mondo del lavoro. Servono aiuti economici, iniziative per l’inserimento nel lavoro delle donne vittime di violenza economica, costrette a restare schiave di uomini violenti perché non saprebbero dove andare, come sopravvivere, come sfamare i loro figli.  Lo stereotipo e la cultura dello stupro sono padre e madre di tutte le violenze di genere, subite da sempre dalle donne in quanto tali.

Il 2022 si apre con 3 proposte di legge per l’inserimento nel lavoro delle donne vittime di violenza e con la formazione di docenti e giornalisti sul tema della violenza di genere prevista nella Legge di Bilancio.

 

DONNE VITTIME DI VIOLENZA: ABUSI E FEMMINICIDI SONO IN AUMENTO

Le 3 proposte di legge all’attenzione della Commissione Lavoro di Montecitorio hanno in comune un unico obiettivo: definire aiuti ed incentivi per inserire le donne vittime di violenza nel mondo del lavoro.

La violenza sulle donne è un fenomeno in crescita nonostante il Codice Rosso, l’impegno da parte delle Forze dell’Ordine, le leggi. La pandemia ha fatto schizzare le richieste di aiuto da parte di donne costrette alla convivenza forzata, a subire la violenza domestica a causa del lockdown e delle restrizioni. Queste donne si sono rivolte al Telefono Rosa che ha lavorato incessantemente anche in pieno lockdown a distanza, tramite chat e consulenze telefoniche. Le richieste telefoniche sono aumentate del 71%, le chat del 45% (triplicate rispetto agli anni precedenti).

Dal recente Rapporto del Dipartimento di Pubblica Sicurezza risulta che l’incidenza percentuale dei femminicidi sul totale degli omicidi è cresciuta. Nel 2021 sono state uccise 116 donne di cui 100 in ambito familiare/affettivo; di queste 100, 68 hanno perso la vita per mano del partner o ex partner.

AL VAGLIO 3 PROPOSTE DI LEGGE PER L’INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZA

La prima proposta di legge attualmente all’esame dei deputati chiede l’estensione delle disposizioni di legge del 1999 che assicura una quota di riserva sul numero di dipendenti pubblici e privati impiegati all’interno di aziende con oltre 50 dipendenti. Questa quota di riserva spetta a coniugi superstiti di coloro che sono morti per cause di lavoro, servizio o guerra, orfani, coniugi e figli di grandi invalidi di guerra, servizio e lavoro, profughi italiani rimpatriati. La proposta di legge prevede di inserire anche le donne vittime di violenza domestica fra le categorie protette indicate in questa legge. Le vittime di violenza devono necessariamente essere inserite in percorsi di protezione presso servizi sociali. La quota equivale ad un’unità di personale in aziende che conta da 51 a 150 dipendenti. Per le aziende con oltre 150 dipendenti, la quota viene applicata nella misura dell’1%.

La seconda proposta di legge, oltre a prevedere l’estensione della quota di riserva, suggerisce uno sgravio contributivo per l’assunzione di donne vittime di violenza in favore dei datori di lavoro.

La terza proposta di legge estende l’erogazione degli incentivi a tutte le aziende (di qualunque dimensione) che assumono a tempo indeterminato donne vittime di violenza di genere.

Queste tre proposte di legge faranno parte di un testo unificato.

Nel frattempo, la Commissione ha dato il via alle audizioni, a cominciare dai rappresentanti dell’Associazione Telefono Rosa ONLUS, dell’UNAVI (Unione Nazionale Vittime) e dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, nonché di alcuni rappresentanti dell’IRPPS-CNR (Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche),

 

FORMAZIONE DOCENTI SUL TEMA VIOLENZA DI GENERE PREVISTA DALLA LEGGE DI BILANCIO 2022

La Legge di Bilancio 2022, approdata in G.U. di recente, si pone chiari obiettivi nell’ambito del Piano strategico nazionale contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica che riguardano la formazione dei docenti in tema di violenza di genere.

Per il Piano strategico nazionale si prevede un Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità aumentato di 5 milioni di euro annui a partire dal 2022.

La Manovra chiede la formazione dei docenti, del personale della scuola sul tema della violenza e discriminazione di genere, che saranno promosse anche nel contesto delle indicazioni nazionali per il curricolo della scuola d’infanzia e del 1° ciclo di istruzione, licei, istituti tecnici e professionali. La formazione entrerà a far parte della programmazione didattica curricolare ed extracurricolare di qualsiasi scuola, di ogni ordine e grado.

Chiaramente, l’obiettivo è sensibilizzare anche gli studenti, avviare una prima forma di prevenzione della violenza sulle donne attraverso un’azione prettamente culturale che riguarderà anche i libri di testo.

 

FORMAZIONE ANCHE PER I GIORNALISTI

Il Piano strategico nazionale contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica ha, tra i suoi obiettivi, quello di prevenire il fenomeno della violenza di genere tramite la sensibilizzazione dei media, ovvero di chi opera nei settori dei media, informazione e comunicazione anche commerciale. I media devono rappresentare in modo rispettoso la violenza di genere e la figura femminile: gli operatori devono adottare codici di autoregolamentazione.

L’esigenza del corretto linguaggio giornalistico nell’ambito della narrazione della violenza sulle donne è nota da sempre. Di recente, è balzata agli onori della cronaca con più forza dopo le dichiarazioni della conduttrice Barbara Palombelli che, nel commentare su Forum (Rete4) un caso di femminicidio, ha affermato: “Questi uomini erano completamente fuori di testa, obnubilati, oppure c’è stato anche un comportamento esagerato, esasperante anche dall’altra parte?”. Il commento della Palombelli ha scatenato una bufera di reazioni negative per il contenuto misogino, seppure involontario, da parte di una giornalista.

 

BOLDRINI: VIA IL SESSISMO DAI LIBRI DI TESTO

Nel tentativo di accelerare il cambiamento culturale, l’ex presidentessa della Camera Laura Boldrini ha chiesto di bandire il sessismo dai libri di testo.

La Boldrini ha ammesso che, quando si parla di uomini nei libri di scuola, si usano sempre aggettivi altisonanti, eccellenti, straordinari: sono rappresentati come eroi, dei, pittori, cavalieri, vincitori.

Quando si parla di donne e ragazze nei libri, gli aggettivi sono diversi: possono essere gentili, pettegole, servizievoli, obbedienti. Questi aggettivi usati di frequente riducono la qualità della figura femminile.

Mantenendo questa differenza di rappresentazione tra uomini e donne nei libri scolastici, “gli orizzonti delle nostre figlie si riducono” ha dichiarato la presidente del Comitato dei diritti umani nel mondo alla Camera.

L’orizzonte femminile si riduce se tutto nella nostra società punta a ridurre l’autostima delle donne – conclude Laura Boldrini. Tale atteggiamento sessista è intollerabile oggi: gli autori e le autrici di libri, gli editori devono contribuire al cambiamento culturale, allo sviluppo sociale del Paese. Bisogna sbarazzarsi degli stereotipi anni ’50 ’60.

Aggiungiamo noi: la società è andata oltre e non deve prevedere solo termini come ‘green’ o ‘digital’ ma, innanzitutto, rispetto e parità dei diritti.

FRANCESCO CIANO

 

 

 

 

 

Francesco CIANO

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