GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: 25 NOVEMBRE 2018 IN ITALIA

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: 25 NOVEMBRE 2018 IN ITALIA
21 Novembre 2018 Francesco Ciano

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: 25 NOVEMBRE 2018 IN ITALIA

Giorgia Meloni vorrebbe dedicare il prossimo 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, a Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina brutalmente violentata ed uccisa da criminali senza scrupoli. Noi vorremmo dedicare questa giornata alle 65 vittime di femminicidio che finora hanno ‘macchiato’ di sangue e vergogna questo ennesimo drammatico anno. A loro che la società non è riuscita a salvare: la lista dei loro nomi, sommati a tutti quelli delle donne uccise perché donne, sono un bollettino di guerra.

 

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: vittime perché?

Vittima di femminicidio.

Detta così sembra di dover ammettere una presunta debolezza di una donna che si trova a dover combattere un incubo che non merita per il solo motivo di far parte del genere femminile. È vittima, piuttosto, di una società che ancora non riesce a difenderla da qualcosa che la stessa cultura ha innescato, la differenza tra sessi, con quel terrificante e insieme ridicolo personaggio che è il padre-padrone.

Le donne vittime di femminicidio, morte perché ‘femmine’, hanno usato il loro coraggio per quello che hanno potuto. Quando la vittima è perseguitata da uno stalker, da un marito o un ex violento che minaccia il peggio, la gente attorno ha paura e si allontana, teme di restare coinvolta.

Le denunce inascoltate le conosciamo già.

Per dimostrare di non voler assecondare troppo questa società ancora fondamentalmente patriarcale, la donna dovrebbe non soltanto denunciare ma crearsi ed imporre una propria visione del mondo, diversa da quella che le è stata tramandata. Pretendere di appartenere ad un unico ‘genere’: quello umano.

Perché tante donne arrivano al punto di essere uccise da mariti o fidanzati? Perché non riescono a scappare prima che sia troppo tardi? Ce lo siamo chiesti tante volte e continuiamo a farlo.

Forse, hanno bisogno di sognare l’amore ‘buono’, quello fiabesco. Forse, sperano che ‘lui’ cambi o pensano che abbia bisogno di aiuto (sindrome da crocerossina). Sono cresciute con il modello della donna passiva da ‘salvare’, da ‘proteggere’ e per questo accettano la violenza da chi dovrebbe semplicemente amarle.

Le donne non si amano ancora abbastanza e non sanno che devono ‘salvarsi’ da sole.

 

Rapporto WeWorld/Ipsos: dalle periferie donne non consapevoli della violenza

In certe periferie italiane, le donne non hanno neanche la consapevolezza di vivere una violenza domestica, psicologica, economica. Crescono in un contesto impregnato di cultura patriarcale, non hanno alcuna libertà, non sono indipendenti economicamente, non hanno un lavoro e sono schiave di un pressante controllo esercitato dai mariti e dalle famiglie.

È quanto emerge dal Rapporto ‘Voci di donne dalle periferie’ di WeWorld realizzato da Ipsos in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre 2018.

Paradossalmente, percepiscono una qualche forma di violenza nei confronti dell’altro sesso di più gli uomini (19%) contro il 10% delle donne.

 

25 novembre: data scelta dalle Nazioni Unite

La Giornata del 25 novembre è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1999 (su iniziativa di un gruppo di donne attiviste) per ricordare il brutale assassinio di tre donne (le sorelle Mirabal) che difesero fino alla morte la propria libertà e la democrazia. Furono trucidate a bastonate il 25 novembre 1960 per essersi opposte al regime di Rafael Leónidas Trujillo, dittatore della Repubblica Dominicana (1930-1961).

In Italia, questa ricorrenza viene celebrata dal 2005 ed è tinta di rosso (colore del sangue, della violenza) a differenza dell’arancione colore simbolo in altre nazioni. Nel nostro Paese è stata celebrata, inizialmente, solo dai centri antiviolenza e dalle Case delle donne sparse in tutta la Penisola; in seguito, anche dalle istituzioni nazionali e locali.

Il colore rosso si ispira anche all’installazione “Zapatos Rojas” dell’artista messicana Elina Chauvet che, negli anni Novanta, distribuendo 33 paia di scarpe da donna rosse in una piazza di Ciudad Juárez, denunciò le violenze subite da centinaia di donne del suo Paese. Proprio a Juárez fu coniato il termine femminicidio.

La data della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne rappresenta il coraggio eroico (non la debolezza) delle donne e va ben oltre la figura della donna vittima indifesa della violenza di un marito o di un ex.

La violenza sulle donne (fisica, sessuale, psicologica, economica) esiste da millenni come il loro coraggio.

 

25 novembre 2018: tante iniziative in Italia

 È praticamente impossibile citare tutti gli eventi che si terranno in ogni città italiana il 25 novembre prossimo. Le tante iniziative organizzate nel nostro Paese per contrastare la violenza sulle donne è un gesto di solidarietà, prevenzione, informazione, sensibilizzazione, speranza che qualcosa cambi culturalmente, dentro di noi, oltre che in termini di giustizia e codice penale.

In piazza Città di Lombardia, il 22 novembre a Milano, ci sarà la posa della simbolica ‘panchina rossa’ con targa celebrativa. Il Comune di Rho dal 25 novembre 2017 ha lanciato l’iniziativa “12 mesi per 12 panchine” e, per ricordare le vittime di femminicidio, ha allestito la mostra “Escape again. Questa assenza non passa” a Villa Burba.

La campionessa di scherma Bebe Vio e Sorgenia lanciano l’iniziativa #sempre25novembre per contrastare il fenomeno sociale della violenza sulle donne. Per ogni foto pubblicata con il tag dell’iniziativa, Sorgenia donerà 1 euro a La Grande Casa, cooperativa che si occupa di donne in difficoltà.

L’azienda cosmetica italiana Jean Paul Mynè sostiene l’iniziativa Scarpette rosse – #farsibellanonèunacolpa del Cna Firenze Metropolitana per la raccolta fondi a favore di 2 centri antiviolenza fiorentini: il Centro Artemisia e il Centro Lilith.

Il 23 novembre a Torino, presso lo Spazio Donne della Cascina Roccafranca, verranno inaugurate le Panchine d’artista contro la violenza sulle donne.

Dagli eventi Filo Rosso e la mostra Violate a Firenze si arriva a Roma dove la Casa Internazionale delle Donne di via della Lungara organizzerà il 25 novembre il concerto Orme di rivolta, viaggio polifonico a cura delle Agrimanto.

 

Casa Internazionale delle Donne Vs Comune di Roma

 Orme di rivolta: la Casa Internazionale delle Donne non poteva scegliere un titolo più indovinato per un momento storico come quello che sta vivendo da qualche mese a questa parte.

Il Comune di Roma ha revocato la convenzione che consente alla Casa delle Donne di gestire il Buon Pastore. C’è un debito di 900 mila euro da pagare, chi gestisce la Casa ha tutta l’intenzione di raggiungere un accordo con il Comune per continuare la sua opera a tutela e protezione delle donne.

Di recente, Virginia Raggi ha accusato le donne che gestiscono la Casa di volersi tenere il palazzo del Buon Pastore senza pagare nulla, di pretendere un trattamento privilegiato perché ‘donne’ e, per giunta, femministe. Se non fosse stato per donazioni, sottoscrizioni ed aiuti esterni (e non statali) la Casa non sarebbe riuscita ad andare avanti finora per aiutare donne in difficoltà. Chiedono un dialogo, un incontro con la Sindaca per trovare una soluzione. Per il Comune, tutto il loro lavoro di volontariato non può essere contabilizzato, non conta per la comunità cittadina.

 

Celebrare il 25 novembre in attesa dell’approvazione del Ddl Codice Rosso

In Italia, il 62,7% degli stupri è commesso da un partner o un ex partner.

Sulla base dei più recenti dati Istat sul femminicidio, 8 donne su 10 conoscevano il proprio killer.

Bastano questi due dati per capire che il ‘mostro’ da cui bisogna guardarsi ha le chiavi di casa e non basta l’espulsione di immigrati più o meno irregolari per risolvere la questione.

Parteciperemo alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne restando in attesa dell’approvazione del Ddl Codice Rosso, presentato il 25 ottobre al Ministero della Giustizia dal ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, dal guardasigilli Alfonso Bonafede e Michelle Hunziker durante una conferenza stampa. A breve questo nuovo disegno di legge a sostegno delle donne vittime di violenza sarà portato in Consiglio dei Ministri.

Chiede immediatezza nella risposta della giustizia alla violenza domestica e di genere. La polizia giudiziaria dovrà prendere subito in carico le denunce per violenza e minaccia: dovrà comunicare subito la notizia di reato al pm. Il pubblico ministero, entro 3 giorni, dovrà sentire la presunta vittima dopodiché scatteranno indagini immediate. Il Ddl Codice Rosso chiede priorità assoluta per quei casi in cui si ravvisano seri pericoli per l’incolumità della donna. Introduce anche l’obbligo di formazione per poliziotti, carabinieri e polizia penitenziaria.

 

Dati allarmanti su fasce sempre più fragili da Prato

 Siamo in attesa anche di conoscere l’evolversi di una proposta di legge contro la violenza di genere appena presentata dal sindaco di Prato e la presidente del consiglio comunale Ilaria Santi e firmata dalla senatrice Caterina Bini. Da associazioni pratesi come il Centro La Nara e Senza Veli sulla Lingua arrivano dati allarmanti che saranno presentati in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre). Dati riferiti a fasce sempre più fragili: le segnalazioni più agghiaccianti riguardano donne malate di tumore maltrattate e abusate anche psicologicamente dai partner nel momento più delicato della loro vita.

I due disegni di legge firmati dalla senatrice Bini saranno discussi a breve.

Il primo propone l’abolizione del rito abbreviato per reati particolarmente efferati e puniti con l’ergastolo, tra cui il femminicidio.

Il secondo prevede che gli iscritti nel registro degli indagati delle singole procure in Italia vengano subito inseriti in un database del Ministero degli Interni.

Database. Sapete da quanto tempo riflettiamo su un database del genere – diffuso online – dove gli indagati, gli stalker, i violentatori, i molestatori vengano ‘schedati’?

Francesco Ciano

 

 

 

 

 

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