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STALKING E FEMMINICIDIO: LA TRAGEDIA DI VANESSA ZAPPALÀ CHE FA DISCUTERE
La tragedia annunciata di Vanessa Zappalà indigna l’Italia e fa emergere la stretta correlazione tra stalking e femminicidio.
Il 23 agosto, mentre passeggiava sul lungomare con alcuni amici ad Aci Trezza (Catania), Vanessa è stata freddata con diversi colpi di arma da fuoco dal suo ex fidanzato, Antonino Sciuto, 38 anni, padre di due bambini di 10 e di 5 anni. Quando lei l’ha visto arrivare, ha tentato di scappare ma lui l’ha raggiunta, l’ha presa per i capelli e le ha sparato 7 colpi di pistola cal. 7,65 alla testa. E’ morta sul colpo, una sua amica è rimasta ferita di striscio.
Dopo l’omicidio, l’assassino si è suicidato. E’ stato trovato impiccato in un casolare nelle campagne di Trecastagni.
La 26enne lo aveva lasciato per il suo comportamento violento e possessivo e lui, rifiutando la fine della relazione, ha preso a perseguitarla, è diventato il suo stalker.
Vanessa l’ha denunciato più volte per stalking. A giugno, Antonino Sciuto era stato arrestato da Carabinieri della stazione di Trecastagni per maltrattamenti in famiglia e stalking. Dopo essere stato posto ai domiciliari, è stato scarcerato dal Gip che aveva disposto nei suoi confronti la misura cautelare del divieto di avvicinamento mantenendo una distanza di almeno 200 metri. Un provvedimento di misura cautelare che non ha funzionato.
Per l’errore di sottovalutare il pericolo che una donna vittima di stalking corre soprattutto dopo la denuncia, la responsabilità si può attribuire agli operatori di giustizia che non agiscono tempestivamente o non sanno leggere e valutare i segnali di pericolo. Si può attribuire anche a chi, dopo la denuncia, non tiene alta la guardia.
Un’amica di Vanessa ha scritto sui social: “Quante volte ti mandavo messaggi: ‘Stai attenta Vane, Vane ho paura’. E tu ‘tranquilla non mi fa niente, è solo geloso’. Ti avvisavo ogni sera: stai attenta che si apposta sotto casa nostra”.
Cosa non funziona in Italia? Ci vogliono leggi diverse? Forze dell’Ordine e magistrati devono essere formati nell’ambito della violenza di genere? Ci vuole un cambio di cultura per liberare uomini e donne da pregiudizi, stereotipi, mentalità di dominazione/sottomissione dura a morire nel nostro Paese? Bisogna aiutare le donne a non confondere la violenza pura dalla gelosia o da trappole criminali che non c’entrano nulla con l’amore o la compassione?
STALKING E FEMMINICIDIO: VANESSA ZAPPALÀ, UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA
Quello di Vanessa Zappalà è un femminicidio annunciato, come più volte è successo in passato.
Ad agosto, la violenza sulle donne ha toccato il suo apice il giorno 12 (3 donne assassinate nell’arco di 24 ore, due sgozzate e la terza strangolata) ed il 23 agosto con 4 vittime di femminicidio in meno di 24 ore.
L’uccisione di Vanessa è quella che ha maggiormente colpito l’opinione pubblica proprio perché la vittima aveva denunciato per stalking il suo aguzzino.
Sul Corriere della Sera, il padre di Vanessa, Carmelo, ammette che la figlia non si rendeva conto di avere a che fare con un pazzo. Dopo varie vicende di violenza fisica, si era decisa a denunciare Sciuto ma questo non ha fermato la sua ossessione. Aveva una copia delle chiavi di casa di Vanessa: è entrato più volte di nascosto in casa per spiare lei e la sua famiglia. “Stava sempre davanti casa nostra” ricorda il padre Carmelo. Era ossessionato, fuori controllo. Carmelo accusa il giudice che non ha convalidato l’arresto di un uomo pericoloso.
Dopo la denuncia presentata da Vanessa – racconta il padre Carmelo – i Carabinieri avevano scoperto che Antonino aveva piazzato dispositivi GPS nell’auto di Vanessa e di suo padre. Tramite smartphone controllava da remoto i loro movimenti. Questi particolari non sono bastati a convincere il GIP ad avviare misure più restrittive a tutela della vittima.
VANESSA ERA STATA INFORMATA SULLA MODIFICA DA ARRESTI DOMICILIARI A DIVIETO DI AVVICINAMENTO?
Era una relazione violenta e malata, lui la picchiava e lei era costretta ad uscire con foulard e fard per mascherare i lividi. Quando l’ha lasciato, lui si appostava spesso, le tendeva agguati.
I segnali premonitori di una tragedia c’erano tutti anche sui social. Antonino scriveva frasi come “Non dimentico nulla, aspetto solo il momento giusto“.
Quella di Vanessa è stata un’esecuzione vera e propria, annunciata.
Non è chiaro, oltretutto, se Vanessa sapesse della modifica della misura cautelare, se fosse stata informata che gli arresti domiciliari erano diventati un semplice divieto di avvicinamento.
Quando viene introdotta una modifica, questa va notificata alla vittima che ha la possibilità di chiedere, se ha molta paura, che la misura non venga cambiata. Ha 2 giorni di tempo per fare la richiesta. Se la notifica non viene inoltrata alla donna, la misura non è ammissibile per un giudice.
QUANTE DONNE SANNO RICONOSCERE IL PERICOLO?
Da uno studio della Commissione di inchiesta al Senato contro il femminicidio pubblicato pochi mesi fa risulta che Forze dell’Ordine, GIP, magistrati e personale giudiziario non sono adeguatamente preparati per gestire casi di violenza di genere e violenza domestica.
Gli operatori di giustizia spesso non si rendono conto della gravità della situazione né più né meno come le donne vittime di stalking e violenza.
Secondo i dati Istat, molte donne ritengono che la violenza subita sia un reato. Soltanto il 35,4% delle vittime di violenza sessuale o fisica si considera vittima di un reato. Per il resto, il 44% lo considera ‘qualcosa di sbagliato ma non un reato’ mentre per il 19,4% la violenza è semplicemente qualcosa che ‘è accaduto’.
Tutto questo è il riflesso del fatto che gelosia ossessiva, privazione della libertà, stalking e violenza sono normalizzati e giustificati da società, media ed istituzioni.
IL NARCISISTA VIOLENTO: PERICOLO CONCRETO PER LA VITTIMA
Un uomo violento e narcisista, dalla personalità disturbata e con basso grado di empatia può diventare molto pericoloso quando rifiuta la fine di una relazione. Diventa aggressivo, è portato a distruggere ciò che prima era l’oggetto del desiderio. Dopo l’omicidio si suicida perché la sua personalità narcisistica non regge il senso di colpa.
La parole di Roberto Mirabile, presidente della onlus La Caramella Buona, sono secche. Sono quelle di chi segue da molto vicino il fenomeno della violenza sulle donne e della violenza assistita dei figli. “La magistratura deve comprendere che questi soggetti sono pericolosi criminali. Sono subdoli manipolatori affettivi e non vanno giustificati. Si nutrono del dolore altrui“.
Il dominatore e manipolatore decide sempre lui cosa fare e non fare al ristorante, a casa, ovunque, per pura prevaricazione. L’obiettivo è condizionare la mente della vittima. Lui può ricevere tutti i messaggi che vuole sul suo cellulare, la ‘sua’ donna no.
In primis, sono le donne che devono aprire gli occhi e saper riconoscere un rapporto sano da una pericolosa manipolazione. Spesso, se ne accorgono quando ci vanno di mezzo i figli piccoli o quando cominciano ad informarsi, magari leggendo un libro.
Le donne devono comprendere fin da piccole, a scuola e in una società giusta, che devono rispettare se stesse e farsi rispettare.
REAZIONI E PROPOSTE DAL MONDO DELLA POLITICA E DELLA MAGISTRATURA
Il giudice in prima linea Valerio de Gioia, della prima sezione del Tribunale penale di Roma, specializzato sul Codice Rosso e sui femminicidi, è convinto che bisogna intervenire subito e tutelare le donne anche dopo la denuncia. In particolare, bisogna intervenire nei casi in cui amici e familiari lamentano le preoccupazioni della vittima di stalking e violenza, quando vengono sequestrate armi o ci sono denunce oppure segnalazioni della Asl riguardo a problemi mentali. In caso di soggetti con problematiche di natura psichiatrica o con precedenti penali, deve scattare subito un controllo più attento senza aspettare.
Il Codice Rosso, secondo il magistrato Valerio de Gioia, è uno strumento utile in quanto fa scattare una tutela immediata attraverso un provvedimento disposto da subito. E’ un significativo passo in avanti ma è insufficiente, va potenziato per la fase post-denuncia per non lasciare sola la donna in pericolo. Al momento, il Codice Rosso si concentra sulla fase iniziale: bisogna garantire maggiori tutele nella fase successiva, sullo snellimento e potenziamento dell’iter processuale. Se non si interverrà in questo senso, ci saranno sempre più donne che non denunceranno.
Mara Carfagna, la ministra per il Sud, segnala che nei nostri codici “il pericolo di reiterazione del reato è uno dei motivi che giustificano l’arresto anche in attesa di giudizio. Sia applicato tutte le volte che una donna segnala un concreto rischio, quando ci sono precedenti che fanno temere per la sua incolumità“.
La deputata del gruppo Misto Simona Suriano chiede “misure più stringenti, pene certe e sorveglianza speciale per gli autori di reati contro le donne“.
VALERIA VALENTE: “UN FALLIMENTO DELLO STATO”
La reazione all’assassinio di Vanessa da parte della senatrice Pd Valeria Valente, presidente della Commissione d’inchiesta sui femminicidi e la violenza di genere, è stata dura, durissima.
Nonostante le denunce, l’allontanamento, il divieto di avvicinamento, la condanna per stalking e le restrizioni della libertà personale imposte allo stalker le donne vengono uccise ugualmente.
“Se questo succede è un fallimento dello Stato” commenta Valeria Valente.
Le misure di protezione ci sono ma non vengono applicate o vengono applicate male e non in maniera tempestiva. La Commissione d’inchiesta è tuttora in attesa delle risposte di procure e tribunali su 30 casi da verificare.
Valente pensa, ad esempio, all’uso del braccialetto elettronico: si parla di scarsa disponibilità di questi dispositivi ma andando a verificare si è scoperto che i braccialetti ci sono. Il problema è un altro: mancano i giudici in grado di decidere di impiegarli, che sappiano valutare il rischio, leggere la pericolosità delle situazioni in cui vivono le donne vittime di stalking.
E’ stato approvato alla Camera l’emendamento alla riforma del processo penale di Lucia Annibali che chiede l’arresto in flagranza per chi viola le misure di protezione nella speranza che venga introdotto al più presto. La Commissione d’inchiesta vuole introdurre anche il fermo per chi non è colto in flagranza.
Serve più formazione a tutti i livelli (pm, gip, avvocati, periti, consulenti, psicologi). Certi segnali non possono più essere sottovalutati. Servono fondi da destinare alla formazione che potranno essere liberati grazie al Recovery Fund.
La legge sulle statistiche relative alla violenza di genere è inspiegabilmente ferma alla Camera dopo essere stata approvata all’unanimità al Senato – ha spiegato Valeria Valente. Si tratta di una legge che potrebbe fare luce sulla reale situazione in Italia, dai danni all’auto della donna vittima di stalking alle aggressioni verbali in strada. Questi gesti sono segnali da non sottovalutare, che però spesso finiscono nel calderone dei reati ordinari.
STALKING E FEMMINICIDIO: LA PAROLA A ROBERTA BRUZZONE
Nonostante le panchine rosse, le scarpette rosse ed i flashmob, le giornate di sensibilizzazione, gli appelli, le leggi, il Codice Rosso, gli uomini continuano ad uccidere le donne che li rifiutano e che decidono di mettere la parola fine alla relazione.
Lei lo lascia, lui si trasforma nel suo stalker, lei lo denuncia, lui la uccide e poi si toglie la vita. Un copione già visto tante, troppe volte.
Uomini immaturi che tirano fuori una ferocia inaudita perché non tollerano l’umiliazione di essere stati lasciati neanche quando il motivo è legato al loro carattere violento, dominatore, manipolatore.
E’ successo di nuovo pochi giorni fa ad Aci Trezza (Catania) e Vanessa Zappalà ci ha rimesso la vita. Nonostante la denuncia per stalking e il divieto di avvicinamento imposto allo stalker, si è ritrovata davanti il suo ex. In fondo, si sentiva al sicuro, diceva “è solo geloso“, non le avrebbe fatto del male. Una parte di lei non voleva riconoscere la gravità della situazione.
La criminologa Roberta Bruzzone la chiama “la badante interiore“, altri preferiscono chiamarla “la sindrome della crocerossina“. Sono ancora molte le donne spinte ad accudire, perdonare e sottovalutare il rischio di certi comportamenti e, a volte, si sentono addirittura in colpa perché non considerano poi tanto malvagi, pericolosi e immaturi i loro aguzzini.
Vanessa ha dato retta alla sua “badante interiore”, afferma la Bruzzone. Questa propensione a sottovalutare il pericolo è tipico non solo di molte donne vittime di stalking e violenza ma anche degli operatori del settore giudiziario. Sottovalutare significa non mettere in campo le difese fisiche e psicologiche necessarie per affrontare il pericolo.
Anche Vanessa è caduta in questa “trappola mortale“, “Lui sta male, non mi farà del male, devo aiutarlo“. I cimiteri sono pieni di donne che la pensano così.
STALKER ARRESTATO AD ACI CASTELLO: LA VITTIMA HA ALLERTATO I CARABINIERI
Un divieto di avvicinamento o misura cautelare domiciliare da soli non bastano a fermare la furia di certi uomini convinti di essere stati ingiustamente abbandonati. Uomini che, per liberarsi della rabbia e dell’angoscia, si vendicano con l’atto estremo dell’omicidio.
Bisogna, però, tenere alta la guardia, non lasciarsi intenerire dall’aguzzino, allertare le Forze dell’Ordine e cercare di allontanarsi e proteggersi da lui in tutti i modi senza dire “è solo geloso, non mi farà del male”.
Il 24 agosto, ad Aci Castello, poco lontano dal lungomare dove è stata uccisa a colpi di pistola Vanessa Zappalà, è stato arrestato un 33enne che aspettava l’ex compagna fuori dal luogo dove la donna lavora. Lei lo aveva lasciato per il suo comportamento violento, lui era diventato ossessivo con messaggi e continue telefonate. Era stato chiaro: non si sarebbe fermato finché non fossero tornati insieme. La perseguitava da giorni e lei ha deciso di denunciarlo ai Carabinieri. Quando ha notato l’ex all’interno della sua auto parcheggiata davanti al negozio dove lei lavora, ha chiamato subito i Carabinieri che sono intervenuti tempestivamente. Hanno bloccato l’uomo e l’hanno perquisito. All’interno dell’auto hanno trovato un coltello nascosto nello zaino.
Questa donna non si è lasciata, di certo, intimidire. A mente fredda, sapendo benissimo di avere a che fare con un uomo violento e senza scrupoli, si è difesa meglio che poteva. E’ ancora viva.
DA INIZIO ANNO 39 VITTIME DI FEMMINICIDIO IN ITALIA
Sono 39 le vittime di femminicidio che hanno macchiato di sangue il 2021 da inizio anno ad oggi.
Tutte donne uccise da fidanzati, mariti e compagni per un NO, per aver deciso di interrompere una relazione. Assassinate da chi diceva di amarle ma non tollerava l’umiliazione del rifiuto, l’idea dell’abbandono.
Elenchiamo i nomi di tutte le vittime nell’ennesimo bollettino di guerra legato al femminicidio nel nostro Paese:
– Concordia Sagittaria (Venezia), 16 gennaio. La 34enne Victoria Osagie viene uccisa dal marito nella sua casa;
– Caccamo (Palermo), 24 gennaio. Il cadavere della 17enne Roberta Siragusa viene ritrovato parzialmente carbonizzato in un burrone. Dopo un lungo interrogatorio, la procura di Termini Imerese dispone il fermo del fidanzato 19enne;
– Carmagnola (Torino), notte tra il 28 ed il 29 gennaio. La 39enne Teodora Casasanta e Ludovico (il figlio di 5 anni) vengono uccisi a coltellate dal marito (e padre) delle vittime;
– Minervino (Lecce), 1 febbraio. La 29enne Sonia Di Maggio, viene aggredita e colpita a morte dall’ex compagno mentre si trova in strada col fidanzato nella frazione di Specchia Gallone;
– Milano, 7 febbraio. Muore Luljeta Hestha, 47enne albanese, uccisa dal convivente connazionale con 5 ferite di arma da taglio;
– Palermo, 7 febbraio. La cantante 32enne Piera Napoli viene uccisa dal marito lasciando 3 figli;
– Faenza, 7 febbraio. La 46enne Ylenia Fabbri viene sgozzata dall’ex marito poco prima dell’alba;
– Ticinello (Pavia), 17 febbraio. Lidia Peschechera, 49enne, viene assassinata all’interno della propria casa dall’ex convivente 28enne. Il cadavere è stato ritrovato nella vasca da bagno, è stato l’ex marito di Lidia a lanciare l’allarme;
– Genova, 19 febbraio. La 69enne Clara Ceccarelli è stata colpita a morte con 30 coltellate dall’ex nel suo negozio. Si sentiva talmente minacciata da essersi pagata i funerali;
– Maso Saracini a Cortesano (Trento), 22 febbraio. L’ex marito di Deborah Sartori la colpisce più volte con un’ascia nella zona di campagna dove lavorava;
– Borgo San Giovanni a Bondeno (Ferrara), 22 febbraio. Il cadavere della 50enne Rossella Placati viene ritrovato nella sua abitazione. Il compagno che ha denunciato il ritrovamento del corpo è stato arrestato;
– Napoli, 14 marzo. La 40enne Ornella Pinto muore colpita da 12 coltellate al torace dal compagno che, dopo essere fuggito, si costituisce ai Carabinieri di Terni;
– Pova del Grappa (Vicenza), 18 aprile. Gezim Alla, 51 anni, muore colpita più volte dal marito con un martello davanti ai figli di 9 e 13 anni;
– Aosta, 14 marzo. La 32enne Elena Raluca Serban viene trovata sgozzata nella sua casa. L’assassino Gabriel Falloni, che la frequentava, confessa di averla uccisa in reazione ad uno sfottò a sfondo sessuale da parte della donna;
– Rocchetta Nervina (Imperia), 19 aprile. L’80enne Tina Boero viene assassinata dal marito che, dopo aver ucciso anche il cane, tenta invano di suicidarsi;
– Marino (Roma), 21 aprile. Cinque giorni dopo essere stata colpita dall’arma di ordinanza del marito (ex vicebrigadiere dei Carabinieri), muore Annamaria Ascolese. Dopo averla ferita, il marito si suicida;
– Novellara (Reggio Emilia), 1 maggio. Saman Abbas, ragazza pakistana, è stata uccisa per essersi ribellata alle nozze combinate dai parenti. E’ questa l’ipotesi degli inquirenti, seppure il cadavere sia stato occultato;
– Portoferraio (Isola d’Elba), 1 maggio. La 59enne Silvia Del Signore viene ritrovata senza vita con una serie di percosse violente inferte dal marito;
– Bologna, 2 maggio. vengono ritrovati i resti della 31enne Emma Elsie Michelle Pezemo, originaria del Camerun. Il suo corpo fatto a pezzi, raccolto in alcuni sacchi e gettato in un cassonetto. E’ stata uccisa dal compagno che si è poi impiccato in casa;
– San Paolo Belsito (Caserta), 5 maggio. Viene ritrovato il cadavere della 33enne Ylenia Lombardo e successivamente arrestato un suo conoscente. La donna si lamentava di un corteggiatore insistente;
– Torino, 7 maggio. Una guardia giurata spara con la sua pistola di ordinanza e colpisce a morte la moglie Angela Dargenio, 48 anni. Si erano separati da poco;
– Rho (Milano), 12 maggio. Una ragazza incinta di 25 anni, Tunde Blessing originaria della Nigeria, viene trovata morta. Viene arrestato con l’accusa di omicidio un ghanese, ex compagno della vittima;
– Altopascio (Lucca), 28 maggio. Al culmine di una lite, la 50enne Maria Carmina Fontana viene uccisa a coltellate dal marito;
– Roma, 29 maggio. La 40enne originaria dello Sri Lanka, Perera Priyadarshawie Donashantini Liyanage Badda, viene assassinata a coltellate dall’ex compagno;
– Spresiano (Treviso), 2 giugno. Il suocero della 50enne Bruna Mariotto la uccide con il fucile da caccia, poi si suicida;
– Castelnuovo Magra (La Spezia), 12 giugno. Muore colpita da diverse coltellate inferte dall’ex compagno nordafricano la 25enne Alessandra Piga. Avevano un figlio di un anno e mezzo;
– Ventimiglia (Imperia), 13 giugno. La 30enne Sharon Micheletti viene assassinata dall’ex compagno 65enne;
– Arese (Milano), 19 giugno. Silvia Susana Villegas Guzman, 48enne di origini messicane, viene uccisa dal marito connazionale;
– Valsamoggia (Bologna), 27 giugno. Una ragazza di appena 15 anni, Chiara Gualzetti, viene uccisa da un conoscente di 16 anni;
– Livorno, 3 luglio. Viene trovato il cadavere della 62enne Ginetta Giolli, con una profonda ferita alla testa. Il giorno seguente, si costituisce il marito;
– Somma Vesuviana (Napoli), 16 luglio. Muore a 63 anni Vincenza Tortora, uccisa a coltellate dal marito al culmine di una lite;
– Roma, 29 luglio. Lorenza Monica Vallejo Mejia, 44enne, viene assassinata dal compagno;
– Vigevano (Pavia), 11 agosto. Marylin Pera, 39enne, viene trovata morta, uccisa a coltellate dal compagno;
– Monterotondo Marittimo (Grosseto), 12 agosto. La 46enne Silvia Manetti viene uccisa dal compagno reo confesso;
– Calino (Brescia), 12 agosto. La 54enne albanese Shegushe Paeshti viene ritrovata senza vita, strangolata dal marito che si è poi impiccato alla ringhiera delle scale;
– Milano, 23 agosto. Salvatore Staltari uccide la moglie 42enne Catherine Panis e la figlia Stefania di 15 anni;
– Castello di Serravalle (Bologna), 23 agosto. Mauro Bergonzoni tenta il suicidio dopo aver assassinato la moglie 73enne Maria Rosa Elmi con una fucilata;
– Aci Trezza, frazione di Aci Castello (Catania), 23 agosto. Mentre passeggiava sul lungomare con alcuni amici, la 26enne Vanessa Zappalà viene freddata con diversi colpi di pistola dal suo ex.