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RAPPORTO CESVI:
MALTRATTAMENTO SUI BAMBINI IN ITALIA E POVERTÀ
I dati emersi dal recente Rapporto Cesvi (Maltrattamento sui bambini in Italia), nella seconda edizione dell’indice regionale intitolato “L’ombra della povertà”, sono allarmanti seppure tristemente prevedibili.
Il risultato di questo rapporto (presentato presso la Camera dei Deputati a maggio) è stato ottenuto considerando 64 indicatori di fattori di rischio e servizi offerti sul territorio allo scopo di individuare aree critiche e best practice nelle varie regioni italiane.
I 64 indicatori territoriali sono stati classificati in base a 6 capacità:
- Cura di sé e degli altri;
- Vivere una vita sana;
- Vivere una vita sicura;
- Acquisire conoscenza e sapere;
- Lavorare;
- Accedere a risorse e servizi.
I dati Cesvi sono validati da un comitato scientifico di cui fanno parte, tra gli altri, il Cnr, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e l’Istituto degli Innocenti di Firenze.
Il report fotografa un’Italia sempre più spaccata a metà con il Mezzogiorno a rischio maggiore e servizi di bassa qualità ed il Centro-Nord con una situazione diametralmente opposta.
Scopri tutti i numeri di questo rapporto.
RAPPORTO CESVI:
MALTRATTAMENTO SUI BAMBINI IN ITALIA, I DATI EMERSI
Nel nostro Paese, sono 1.208.000 i bambini che vivono in povertà assoluta. Siamo sesti in classifica, tra i peggiori Paesi europei in termini di performance, con il 32,8% di minori a rischio povertà o esclusione sociale.
Riguardo ai maltrattamenti all’infanzia, la Campania detiene il triste primato (ultima posizione, preceduta da Sicilia, Calabria e Puglia). Le città italiane a più elevata criticità sono, nell’ordine, Napoli, Catania, Palermo e Messina. Si tratta di comuni più predisposti di altri agli effetti della crisi economica con strati sociali potenzialmente più deboli. Anche in Abruzzo e Lazio i dati non sono rassicuranti.
Si registra un miglioramento in Molise, mentre la regione più virtuosa è di nuovo l’Emilia Romagna (seguita da Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Toscana).
Confrontando i risultati con quelli precedenti, il report ha suddiviso il nostro Paese in quattro aree in base alle regioni:
- Più virtuose: Emilia, Trentino, Veneto, Friuli e Toscana a basso rischio ed alto livello di servizi;
- Stabili come Lombardia e Piemonte, a basso rischio ma pochi servizi;
- Reattive come Umbria e Sardegna con alto livello di servizi che compensa il rischio elevato;
- Critiche: Campania, Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo, Molise dove il rischio è massimo ed i servizi scarsi.
MALTRATTAMENTO SUI BAMBINI E POVERTÀ SONO CORRELATI?
La povertà economica non risulta necessariamente il presupposto, il motivo scatenante del maltrattamento, ma è anche vero che ne rappresenta un fattore predittivo, un’aggravante, uno degli aspetti più critici.
Il maltrattamento all’infanzia si verifica in tutte le classi sociali, ma la condizione economica negativa di una famiglia può avere un effetto diretto su maltrattamento, trascuratezza e violenza sui minori sia per mancanza di denaro sia per stress dei genitori. Inoltre, povertà economica, culturale ed educativa viaggiano sullo stesso binario, sono strettamente legate tra loro.
Diverse indagini sui reati contro i minori hanno evidenziato che episodi di maltrattamenti, violenze estreme e drammatiche sui bambini avvengono soprattutto in ambito familiare negli strati sociali più deboli. La povertà economica, una grave deprivazione può aumentare il livello di stress dei genitori tanto da mettere a rischio i figli che, a loro volta, da bambini maltrattati avranno più probabilità di trasformarsi in adulti maltrattanti.
MALTRATTAMENTO SUI BAMBINI IN ITALIA,
SOLO 100 MILA CASI?
Il rapporto Cesvi Maltrattamento sui bambini in Italia registra circa 100 mila bambini (91.272, per essere precisi) vittime di maltrattamenti (il 52,5% femmine), mentre circa 460 mila sono in carico ai servizi sociali.
La maggioranza di abusi, violenze e forma di trascuratezza avviene in famiglia.
I dati, a dire la verità, convincono poco. Il fenomeno è sottostimato ed è difficile ottenere dati certi: per ogni caso denunciato, almeno altri nove restano nell’ombra. Lacrime inascoltate, maltrattamenti fisici e psicologici che non vengono alla luce di bambini che restano nel silenzio.
Le principali cause di maltrattamento sono:
- difficoltà psicologiche dei genitori;
- violenza sulle madri;
- conflitti intergenerazionali e tra famiglie d’origine.
Tutti fattori che lasciano segni traumatici di lungo periodo sui minori: segni che si traducono in scarsa autostima e fiducia, isolamento sociale, aggressività verbale e fisica, apatia, fobie, ansia.
PRECEDENTE RAPPORTO CESVI ABUSI SESSUALI SU MINORI
In un precedente rapporto (marzo 2019), Cesvi, una delle organizzazioni umanitarie più presenti sul territorio, ha svolto un’indagine con particolare riferimento agli abusi sessuali su minori.
L’abuso fisico e sessuale rappresenta una delle peggiori piaghe ed emergenze sociali, soprattutto per le gravi conseguenze di medio/lungo termine sulla salute ed equilibrio psicologico delle vittime. Le vittime in Italia (bambini e adolescenti) sono migliaia.
Nel nostro Paese, subisce abusi sessuali il 4,2% dei bambini destinati a conseguenze nel breve periodo (ansia verso il futuro o per la trasmissione di malattie veneree, pianto costante) e a lungo termine (depressione, ansia, disturbi dell’alimentazione, abuso di droghe, istinti suicidi).
Nell’ultimo rapporto annuale di Telefono Azzurro, risulta che si verifica un caso di abuso sessuale su minore ogni 72 ore. In 4 casi su 10 la vittima ha meno di 10 anni (nel 71,7% si tratta di femmine) e in un caso su tre la vittima tace per vergogna o paura.
Gli indizi emotivi (o comportamenti sentinella) che possono far sospettare un abuso sessuale sono:
- disturbi del sonno;
- disturbi alimentari;
- dolori fisici (addominali, cefalea);
- insolite preoccupazioni, paure e ansie immotivate;
- improvvise esplosioni emotive (crisi di pianto o rabbia, mutismo);
- rifiuto di mostrarsi nudi;
- autolesionismo;
- isolamento sociale/familiare;
- aggressività contro coetanei o adulti;
- comportamenti sessuali inadeguati all’età.
In caso di sospetti abusi su minori, è fondamentale e urgente rivolgersi ad un medico, uno psicologo e alle Forze dell’Ordine.
RAPPORTO CESVI MALTRATTAMENTO SUI BAMBINI IN ITALIA: COSA FARE?
Il rapporto Cesvi è stato presentato presso la Camera dei deputati il 14 maggio scorso alla presenza dell’amministratore delegato Cesvi Daniele Barbone e l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano.
“L’indagine Cesvi – ha spiegato Filomena Albano – ci mostra una fotografia di una situazione che vive in assenza di dati, ovvero quella dei maltrattamenti sull’infanzia”.
Carlo Borgomeo, presidente di Con i Bambini impresa sociale, osserva: “Far girare i dati colma in parte una forma di sottovalutazione del fenomeno. Non solo le istituzioni o la politica; anche l’italiano medio è distratto sul tema”.
La ricerca avviata deve, senza dubbio, essere approfondita: servono più dati di questo indice che ha l’obiettivo di valutare il contesto socio-economico delle famiglie, analizzando non le cause che producono la violenza, ma quei fattori che la possono favorire.
Secondo i responsabili Cesvi, servono con urgenza:
- una legge quadro nazionale sul maltrattamento;
- un potenziamento dei servizi sul territorio;
- un sistema informativo puntuale capace di approfondire le tematiche legate a genitorialità, gruppi familiari a rischio, condizioni di salute di genitori e bambini.
Investire in prevenzione e contrasto al maltrattamento sui bambini deve diventare una scelta politica strutturale di medio e lungo termine ed è necessario coinvolgere le istituzioni locali.
E’ importante fare informazione sia nelle scuole sia in luoghi meno formali, nonché avviare attività e servizi socio-educativi ed un sistema efficiente di rilevazione (oggi assente) dell’abuso (fisico, psicologico, violenza assistita, sessuale).
Tutto questo per la SICUREZZA DEI BAMBINI, per il FUTURO.
Francesco Ciano