Sicuri di sapere tutto sulla violenza di genere, bullismo, omofobia?

Sicuri di sapere tutto sulla violenza di genere, bullismo, omofobia?
8 Aprile 2018 Francesco Ciano

Sicuri di sapere tutto sulla violenza di genere, bullismo, omofobia?

I dati emersi non si possono definire incoraggianti: violenza sulle donne, bullismo e omofobia sono all’ordine del giorno, indissolubilmente legati tra loro dal filo rosso della discriminazione.

Il recente sondaggio realizzato da Amnesty International in collaborazione con la Doxa fotografa il pensiero degli italiani, le loro opinioni su vari fenomeni tra cui violenza di genere e bullismo. L’indagine in questione si intitola “Gli italiani e le discriminazioni”, è stata effettuata per capire come gli italiani percepiscono certi fenomeni indicati come violenze di genere, femminicidi, omofobia, bullismo.

Presentata il 4 aprile dall’Organizzazione, ha dato il via alla campagna di raccolta fondi con il 5×1000.

Testimonial d’eccezione per Amnesty: il cuoco non convenzionale Chef Rubio.

Il sondaggio è stato condotto online su un campione rappresentativo di italiani di età compresa fra i 18 ed i 70 anni.

Il dato che ci interessa maggiormente è questo: per 6 italiani su 10 (il 59%), la violenza sulle donne è un fenomeno in aumento. Questa percentuale scende e sale in base al sesso di chi percepisce il rischio (50% per gli uomini, 68% per le donne).

Violenza di genere: fenomeno in crescita percepito dagli italiani

I ricercatori Doxa hanno chiesto: la violenza sulle donne è in aumento? “Sì, ogni giorno sento una notizia che parla di femminicidio” ha risposto il 59% degli intervistati.

Il 3% non ha saputo rispondere alla domanda. Il restante 38% pensa che non sia un fenomeno in crescita ma, semplicemente, un tema di cui si parla di più su media e social media: di questo 38% c’è da distinguere un 47% di uomini e 30% di donne.

Nel 2017, secondo i dati sulla Sicurezza provenienti dal Ministero dell’Interno, su 355 omicidi commessi 140 sono stati femminicidi: se il numero complessivo di omicidi, rispetto al 2016, è diminuito, quello dei femminicidi è rimasto invariato. Questo dato, per noi, è più che allarmante.

Uno dei principali obiettivi di Amnesty International è far emergere il fenomeno della violenza di genere, attirare l’attenzione sia delle istituzioni sia dei media.

Gli italiani sono preoccupati, le leggi fatte non bastano… Lo Stato ha il dovere di garantire una protezione efficace ed assoluta alle donne che si ribellano e denunciano persecuzioni e violenze” ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.

Noury ha anche sottolineato quanto Internet possa essere pericoloso per le donne. Bisogna usarlo nel modo giusto, entro certi limiti. È paradossale ma è così: uno dei pochi spazi adibiti all’espressione di opinioni personali deve diventare, per necessità, il primo luogo entro cui autolimitarsi ed essere limitati. È questo, al momento, l’unico modo per proteggere i soggetti più vulnerabili.

La libertà di espressione è una cosa, l’odio e la violenza è un’altra” ha concluso.

Il bullismo è un fenomeno in crescita?

Al tema della violenza di genere segue l’altrettanto discusso e preoccupante problema del bullismo. Cosa pensano in merito gli italiani? Credono che questo fenomeno sia scoppiato a causa dei social media.

Sulla base dei risultati relativi all’indagine Amnesty International, per 7 italiani su 10 il bullismo è in aumento. Quasi la metà (il 45%) degli intervistati è convinto che questa crescita sia dovuta alla “grande cassa di risonanza fornita dai social network”.

Per il 26% degli italiani, l’aumento del fenomeno è imputabile al costante “clima di incitamento all’odio e alla discriminazione presente sui media”.

Un italiano su 4 è convinto che il bullismo sia sempre esistito; non ci sono grandi differenze rispetto al passato, la differenza sostanziale consiste nell’aumento delle denunce.

Ricordiamo qualche dato importante riportato dall’indagine ISTAT 2015: in Italia, un ragazzo (o ragazza) su 2 (di età compresa tra gli 11 e i 17 anni) ha subito episodi di bullismo e quasi il 20% ne è vittima di frequente, ovvero subisce prepotenze più volte al mese.

Doxa Kids in tandem con Telefono Azzurro ha condotto un’indagine nel 2016 su un campione di 6 mila ragazzi e adolescenti: riporta che il 35% di ragazzi di età compresa tra gli 11 ed i 19 anni ha subito episodi di violenza da parte di coetanei e compagni di scuola ed il fenomeno è destinato a crescere.

Dal 2016, Amnesty si è attivata con un progetto pilota che ha come obiettivo ridurre i casi di bullismo in ogni ambito della vita scolastica.

Se il bullismo non rappresenta un fenomeno nuovo, il cyberbullismo lo è.

I dati ISTAT riferiscono che il 22% dei ragazzi italiani che usano Internet e smartphone vengono derisi ed umiliati in rete: il 6% (210 mila) subisce tutto questo più volte al mese.

Omofobia: cosa pensano gli italiani

Tra i vari fenomeni discriminatori analizzati dall’indagine di Amnesty, oltre alla violenza di genere e bullismo, è stato affrontato anche il delicato tema dell’omofobia.

Dopo aver riportato i dati salienti dell’indagine condotta da Amnesty in riferimento alla violenza sulle donne ed al bullismo, apriamo e chiudiamo una parentesi importante riferita a questo tema.

Il 61,3% degli italiani pensa che gli omosessuali siano molto o abbastanza discriminati.

Il 43% degli italiani (un italiano su due) crede fermamente che la legge sulle unioni civili di coppie omosessuali (approvata a maggio 2016 dal Parlamento) rappresenti un importante passo di civiltà.

Il 13% degli intervistati ritiene, però, che la legge sulle unioni civili non sia sufficiente perché, ad esempio, le coppie omosessuali tuttora non possono adottare bambini.

Per il 22% degli italiani, nonostante i progressi raggiunti, le coppie omosessuali sono ancora vittime dell’omofobia, c’è ancora tanto da fare.

Mentre l’8% non ha le idee molto chiare in merito, il 14% crede che le coppie gay non dovrebbero avere gli stessi diritti di quelle etero contro l’86% che, invece, considera giusto che debbano avere pari diritti degli altri.

La relazione 2017 della Commissione Parlamentare Jo Cox sull’intolleranza, xenofobia, razzismo e fenomeni di odio, riporta i seguenti dati: il 40,3% degli omosessuali afferma di essere stato discriminato nel corso della vita, il 24% a scuola o all’università, ed il 22% sul luogo di lavoro.

Dal 1979, Amnesty si occupa anche dei diritti violati/negati della comunità LGBTI e solo ora, dopo decenni di sensibilizzazione e campagne, si cominciano a raccogliere i primi frutti.

Nel nostro Paese, la consapevolezza c’è ma si scontra con un retaggio culturale difficile da sradicare che cammina nella direzione opposta. Il 55,9% degli italiani condivide l’affermazione “se gli omosessuali fossero più discreti sarebbero meglio accettati” e, per il 29,7%, “la cosa migliore per un omosessuale è non dire agli altri di esserlo”.

 

Una cosa è certa: alla base di ogni tipo di violenza c’è una discriminazione, è questa la causa di tutto.

Amnesty International si impegna ogni giorno, da decenni, per combattere qualsiasi forma di discriminazione e violazione dei diritti umani sensibilizzando istituzioni ed opinione pubblica, creando progetti mirati.

 

Francesco Ciano

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