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TELEFONATE MUTE: QUANDO SCATTA IL REATO PENALE, È STALKING O MOLESTIA?
Da un po’ di tempo, ricevi telefonate mute da un utente anonimo. Non sai chi è, cosa vuole, per quale motivo si limita a comporre il tuo numero, ad aspettare che rispondi regalandoti un silenzio inquietante per, poi, riattaccare. Telefonate di pochi secondi che ricevi ripetutamente, a qualsiasi ora del giorno e della notte. In casi come questo, il silenzio inquieta più delle parole.
Il dubbio ti assilla insieme agli squilli. Chi è? È un pazzo qualunque o una persona che conosci? E cosa vuole da te? Per quale motivo vuole turbarti?
Il fastidio iniziale si trasforma in timore e stress, ansia, turbamento. Vuoi che smetta, vuoi difenderti, fare qualcosa. Non puoi cambiare numero di telefono, ti serve per lavoro, dovresti avvisare troppe persone ed informare tutti coloro che potrebbero chiamarti per un motivo qualsiasi. Non puoi bloccare il disturbatore seriale perché il numero resta anonimo e non hai la possibilità di includerlo nella lista nera del cellulare.
Vuoi rivolgerti alle forze dell’ordine. Prima, però, vuoi sapere con certezza se fare telefonate mute rappresenta un reato punibile per legge e come tutelarsi o come denunciare. Denunciare chi, oltretutto?
Telefonate mute: reato di molestie o di stalking?
Un maniaco, un burlone, un perditempo, uno stalker? Chi si diverte a chiamarti, ad aspettare che rispondi e starsene in silenzio prima di riattaccare? Quel silenzio sta diventando ossessivo. Devi fare qualcosa.
Chi fa telefonate mute commette reato? Sì, se il suo comportamento risulta assillante, disturba o ha come scopo intimorirti. In casi così pesanti e ripetitivi, scatta il procedimento penale finalizzato alla condanna. Reato di che tipo? Stalking? Non proprio.
Questo comportamento non deve per forza rientrare nello stalking (il disturbatore potrebbe anche essere il tuo stalker, ma sarebbe un dettaglio perché sono ben altri gli atti persecutori previsti per la denuncia di stalking).
Lo stalking è caratterizzato da atti ripetuti più gravi che creano nella vittima (anche in un brevissimo arco di tempo, perfino una settimana) 3 reazioni specifiche:
- Un perdurante stato di ansia e stress (da dimostrare con certificati medici, ma non sempre);
- Il timore per la propria incolumità o quella dei propri cari;
- Un cambiamento delle proprie abitudini di vita (cambiare strada, guardare dallo spioncino della porta prima di uscire, trasferirsi in un’altra città, cambiare posto di lavoro);
Non è questo il caso. Le telefonate mute rientrano nel reato di molestie (art. 660 del Codice penale).
Le telefonate mute sono vietate: lo stabilisce la Cassazione
È vietato chiamare, attendere che la persona all’altro capo del telefono risponda, restare in silenzio (senza emettere versi, gemiti o parole sussurrate) e riattaccare. Le telefonate mute sono vietate anche se a rispondere non è la persona molestata ma la sua segreteria telefonica che registra tutta una serie di click.
Lo stabilisce una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 27222/18 del 13 giugno 2018. Con questa sentenza la Cassazione chiarisce che “chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico, ovvero col mezzo del telefono, per petulanza o altro biasimevole motivo, reca a taluno molestia o disturbo è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a 516 euro”. Il disturbo in oggetto arrecato alla persona non deve necessariamente creare ansia, paura, timore, stress emotivo.
In caso di telefonate mute ripetute con una certa frequenza, il silenzio è inquietante talvolta più di certe parole: rientrano nel reato di molestie telefoniche se si tratta di squilli che dai tabulati telefonici risultano associati allo stesso numero di cellulare intestato all’imputato (sentenza n. 9962/2014 della Corte di Cassazione).
Ancor peggio se chi effettua ripetute telefonate anche di notte sospira e ansima simulando un rapporto sessuale (sentenza n. 1385/2014 Tribunale di Perugia).
Una conferma della sentenza n. 45547 – 28 ottobre 2016
La recente sentenza non è altro che una conferma di quanto la Suprema Corte aveva già determinato con una precedente sentenza (n. 45547 del 28 ottobre 2016): nel caso di telefonate mute non si configura il reato di stalking ma quello di molestie.
Considerando che la vittima non aveva subito alcuna alterazione dell’equilibrio psico-fisico o delle sue abitudini di vita né la minaccia di un male futuro, la Corte ha ravvisato la molestia (non lo stalking) nonostante la molestia telefonica, in quel caso specifico, sia durata 20 mesi.
Il reato di molestia è denunciabile entro 3 mesi dall’ultima chiamata ricevuta.
Come denunciare le telefonate mute da numeri anonimi?
Se vuoi mettere la parola ‘fine’ alle telefonate mute che ricevi hai la possibilità di sporgere denuncia presso i Carabinieri o la Polizia entro 90 giorni dall’ultima chiamata ricevuta.
Dovrai esporre i fatti in modo dettagliato, elencando il numero di telefonate ricevute, giorni e orari precisi e qualsiasi dettaglio che possa rivelarsi utile. La querela verrà trasmessa alla Procura della Repubblica competente, dopodiché verranno avviate le opportune indagini. Chiederanno la tua autorizzazione per mettere sotto controllo il tuo numero telefonico allo scopo di identificare e fermare il molestatore. Con la denuncia scatta l’azione penale finalizzata a scoprire e punire chi si diverte a fare telefonate mute.
Se, prima di recarti alla Polizia o Carabinieri, vuoi scoprire autonomamente chi ti sta molestando puoi utilizzare l’applicazione Whooming. Registrandoti sul sito www.whooming.com, potrai monitorare le tue telefonate, smascherare in tempo reale il numero anonimo, scoprire se il molestatore fa parte dei tuoi contatti memorizzati. Il servizio funziona con il trasferimento di chiamata. Le telefonate mute vengono scandagliate dal sistema che tramite e-mail ti svelerà l’identità del molestatore.
In più, registrerà la chiamata che potrai usare come prova in fase di denuncia alle autorità. Molte vittime di stalking (e di telefonate mute) attraverso l’app Whooming sono riuscite a fermare questa forma di persecuzione.
Anche Fastweb e Vodafone consentono di svelare i numeri delle telefonate anonime.
Fastweb, su richiesta, permette di ottenere i tabulati delle chiamate ricevute ogni mese mentre Vodafone consente l’attivazione del sistema Override, un’applicazione a pagamento che dà modo di visualizzare sul tuo cellulare il numero oscurato del molestatore. Il servizio può essere attivato al costo di circa 30 euro (per un periodo di tempo limitato ovvero 15 giorni) contattando il numero 190 oppure inviando una lettera raccomandata a Vodafone. Il problema è che non sempre 15 giorni bastano per smascherare il molestatore.
Francesco Ciano
4 Commenti
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Da circa una settimana a giorni più o meno alterni, ricevo telefonate con modalità “sconosciuto” al telefono fisso di casa. Un giorno addirittura 5 telefonate dalle 12,00 alle 18,27. Ho annotato gli orari e i giorni, visto il perpretrarsi della cosa, ho telefonato ai Carabinieri per chiedere come devo comportarmi. Mi é stato risposto che la denuncia per molestie si fà solo se il molestatore parla se la telefonata é muta o solo “sconosciuto” nel display del telefono, non si può fare niente. Ho telefonato alla TIM stessa cosa non c’é modo di risalire e di bloccare le telefonate, così mi hanno risposto. Come ci si può difendere????? Siamo soli.
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Al contrario, noi riceviamo chiamate “mute” da un numero di telefono fisso che, se provo a richiamare, la compagnia mi risponde: numero inesistente.
Come diavolo è possibile?
Il numero è il seguente: 062145218 -
Io ricevo telefonate mute dal seguente n. 3315823741 una volta al giorno
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Sono tre mesi, non 90 gg i tempi per sporgere querela.