Videogame Rapelay: la ‘simulazione di stupro è un gioco per chi?

Videogame Rapelay: la ‘simulazione di stupro è un gioco per chi?
18 Marzo 2018 Francesco Ciano

Videogame Rapelay: la “simulazione di stupro” è un gioco per chi?

Più che un motivo di polemica fine a se stessa, questo articolo dedicato ai videogame Rapelay vuole essere qualcosa di più profondo: una presa di coscienza.

Si fa un gran parlare di educare gli uomini al rispetto della donna nella lotta contro la violenza di genere, lo stalking, il sopruso sessuale, il femminicidio. Nel frattempo, un videogioco che ‘induce’ alla violenza coinvolgendo soprattutto i giovanissimi continua a fare il bello ed il cattivo tempo su Internet underground, a distanza di 12 anni dalla sua uscita in Giappone.

Rapelay: un titolo di cattivo gusto che può entrare di diritto nella lista dei giochi censurabili. Il termine deriva dal gioco di due parole, ‘rape’ che si fonde con ‘replay’: significa stupro ripetuto. ‘Insegna’ al giocatore a stuprare ragazze e donne.

Videogame Rapelay: dal 2006 nell’occhio del ciclone, rimosso da Amazon

Rapelay, videogioco in grafica 3D creato dalla società di Yokohama Illusion Soft (Giappone), è stato lanciato nel 2006 e diffuso su Amazon: una serie di negozi affiliati lo avevano messo in vendita nel colosso dell’e-commerce. Soltanto nel 2009, dopo una segnalazione, Amazon ha provveduto a rimuovere il ‘gioco dello stupratore’ dal suo catalogo. La sua uscita ha suscitato, da subito, forti proteste da parte di autorità ed associazioni in America, Gran Bretagna, Spagna, Germania, Irlanda.

L’organizzazione Equality Now aveva proposto una lettera di protesta diretta alla Illusion Soft ed al primo ministro giapponese Taro Aso per un motivo ben preciso: il videogioco violava gli obblighi assunti nel 1985 con la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna.

Illusion Soft ha reagito con una sola risposta: “il videogame Rapelay non viola alcuna legge del Giappone, l’unico Paese dove viene venduto ufficialmente”. Non l’ha pensata così la EOCS (Ethics Organization of Computer Software), che si occupa del trattamento del materiale videoludico per adulti in Giappone: ha imposto restrizioni ai videogame Rapelay rendendo praticamente impossibile il suo reperimento.

Fatto sta che il produttore ha, successivamente, rimosso ogni riferimento del gioco dal suo sito interrompendone la distribuzione. Il punto è che, da qualche parte online, viene offerto il download del gioco.

Videogame Rapelay: il post ‘contraddittorio’ su Facebook

Rapelay è stato bandito in Europa ed altrove ma controllare i download ‘concessi’ in maniera ‘sotterranea’ sul web risulta, a quanto pare, difficile. Questo videogame che promette “chi stupra di più, vince di più” circola online alla luce del sole: chi vuole scaricarlo non deve, di certo, insinuarsi nei meandri del Deep Web. Basta il social network Facebook per accontentarlo.

Lo stesso Facebook che, nel 2009, è sceso in campo nella battaglia contro il videogioco: 10.000 sostenitori (a maggio 2009) del gruppo promosso dalla società Obiettivo Psicologia che si era opposta all’arrivo in Italia del videogame giapponese. Era stato attivato su Facebook, sempre nel 2009, il gruppoMobilitiamoci contro Rapely- il gioco dello stupratore” per chiedere una regolamentazione più chiara ed un attento monitoraggio, oltre alla messa al bando del gioco stesso.

Il social network di Mark Zuckerberg definiva questo genere di prodotti “altamente diseducativi e pericolosi”. Parole apprezzabili, quelle spese da Facebook: peccato che abbiamo cercato il gruppo “Mobilitiamoci contro Rapelay” e non lo abbiamo trovato.

Peccato che, in compenso, abbiamo trovato questo post

https://www.facebook.com/discoverfiles/videos/vb.2056902337874666/2056903451207888/?type=2&theater

Il suddetto post pubblicato su Facebook (accessibile a tutti, anche ai minorenni) manda in onda scene del videogame. Nel post si legge: “Vi presentiamo la versione integrale (non censurata) del videogame Rapelay” da scaricare, con relative istruzioni per il download e sito a cui rivolgersi (discoverfiles.com). Un timido (e inutile) avviso: “se non hai 18 anni non guardare questo video”.

Come definire un post del genere? Contraddittorio?

Sul social più popolare del mondo è presente un secondo post con tanto di video che ‘promuove’ il videogame, eccolo

https://www.facebook.com/DioKrazuz/videos/vb.100014994703882/149040945605728/?type=2&theater

Se, nel frattempo (o quando leggerete l’articolo), questi due post saranno stati rimossi ne saremo più che felici.

Rapelay: la trama

Che genere di intrattenimento offre il videogame Rapelay? Quale storia racconta questo videogioco?

Dopo aver molestato in un treno una giovane ragazza, il protagonista Kimura Masaya viene arrestato. Essendo figlio di un importante politico riesce ad uscire dal carcere immediatamente e, spinto dalla vendetta, inizia a tormentare la ragazza molestata in treno accanendosi anche contro sua sorella e sua madre.

Il protagonista, controllato dal giocatore, rapisce e violenta a più riprese le proprie vittime (madre e le due figlie). Il gioco può concludersi scegliendo due differenti modalità:

  • Black ending: lo stupratore mette incinta una delle 3 donne e decide di tenere il figlio ma muore pochi giorni dopo cadendo sui binari del treno;
  • Red ending: lo stupratore muore accoltellato dalla ragazza che aveva molestato in treno.

Chi ha giocato a Rapelay non nasconde che si tratta di un videogame di una violenza estrema con dettagli raccapriccianti (le donne piangono e supplicano al protagonista di non violentarle).

Il giocatore diventa lo stupratore, si immedesima e – come dicono non pochi giovanissimi recensori di videogame, oggi – “la violenza simulata è divertente”.

Al di là della trama, il giocatore può scegliere tra varie posizioni e combinazioni sessuali.

Videogame Rapelay o simili: realtà virtuale che invade quella reale

Immaginate cosa potrebbe significare giocare a Rapelay per la mente fragile (e facilmente esaltabile) di un adolescente.

Teoricamente, si tratta di un gioco rivolto ad un pubblico adulto, da scaricare tramite pagamento con carta di credito. In realtà, i sistemi di diffusione illegale e tutto ciò che i ragazzi riescono a scaricare online per vie traverse chi li controlla?

Il dibattito in rete è stato, per anni, molto acceso.

In questo video pubblicato su YouTube nel 2013 (che trovate a questo link https://www.youtube.com/watch?v=0eu8Ncwjm_c e che risulta tuttora attivo sul social network), siamo di fronte alla realtà dei giovanissimi: questo gioco piace, esalta la mente di alcuni giovanissimi.

Ce ne rendiamo conto dai commenti e dal fatto che, almeno 5 anni fa (ora se clicchiamo sul link, la pagina risulta impossibile da raggiungere), veniva specificato un link di collegamento per eseguire il download di Rapelay.

Tutto quello che possiamo raccomandarvi è di controllare i vostri figli e ‘difenderli’ da questo genere di videogame devianti (tra questi, videogiochi violenti come la ’simulazione di vita criminale’ del noto Grand Theft Auto detto anche GTA, che ha fatto vendere milioni di copie nel mondo).

Perché evitarli? Perché non sono in pochi ad ammettere (psicologi inclusi) che la realtà virtuale diventa sempre più reale tanto da invadere la vita modificandola nel concreto.

Ancora ci chiediamo perché i vari branchi di giovanissimi bulli stuprano ragazze 12enni.

Certe aziende sviluppano questo tipo di giochi per mere questioni di business. Quanti dollari o euro vale il futuro sano dei giovani e il rispetto per le donne?

 

Francesco Ciano

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